Giugno 1981 – Fregene
Bensì siano passati un paio di anni, dalla nascita della sciola di windsurf “Fregene vela Club “ e alcune cose siano, in parte, cambiate, la passione e la dedizione nel trasmettere l’arte e il piacere di stare in mare sopra una tavola da windsurf non accenna a diminuire, anzi con la maggior pratica presa in ore ed ore in acqua siamo sempre più ricchi delle nozioni che il mare ci trasmette per mezzo delle esperienze giornaliere, riguardo alla sicurezza e tecnica. Vediamo i nostri Allievi venire dalla città portandosi dietro i segni di una vita caotica impegnativa, tornando a casa con un bel sorriso stampato sulla faccia. Questa è divenuta la mia più forte motivazione.
La segreteria attrezzata in una delle stanze della “ casetta “ nella zona a sud del Miraggio club, nata all’origine come alloggio per lo staff. Dove il telefono collegato ad un registratore a nastro-cassetta , continua a ricevere e rispondere a centinaia di chiamate al giorno, al numero ,ormai famoso su Roma e dintorni, 6680958, dove la voce di Claudio Barbuzza informa i Soci, gli Appassionati e tutti quelli che sono in relazione, in qualche modo, con il mare ( velisti, winsurfieri, surfieri ,pescatori o semplici bagnanti ), sulle condizioni meteo marine aggiornate ogni volta che accade un cambiamento .
Da qualche tempo abbiamo anche una segretaria, incaricata di accogliere e indirizzare e informare le Persone interessate alle attività sportive .
Antonella, è una ragazza toscana, slanciata e attiva, di grande aiuto, sopratutto quando siamo presi dalle lezioni in mare di vela e windsurf o in piscina di nuoto o di tennis del maestro Marco Paffetti che ha anche il ruolo di dirigere tutta l’attività sportiva del Miraggio club. Già dagli inizi della stagione estiva è parecchio impegnato con le lezioni di tennis sia all’interno del Miraggio che all’Holiday Inn di Via Aurelia antica a Roma, pertanto si vede sempre meno demandando compiti e indicazioni sul da farsi sia a me che ad Antonella. Fondatore della associazione sportiva Sport & Adventure club che al momento è la figura legale delle attività sportive all’interno del Miraggio club.
Spesso sono io solo a decidere come gestire l’attività, con l’aiuto di Antonella. La quale dopo solo un mese è già bella stressata, dice che vuole licenziarsi, forse è scontenta o stanca di seguire spesso indicazioni troppo confuse che gli arrivano sia da Marco P. che da Susanna S. ( la rappresentante legale della Mareusa, società concessionaria dell’intera struttura del Miraggio) i quali mescolano spesso le carte in tavola dando direttive contrastanti.
A metà giugno Marco P. torna dopo un paio di settimane di assenza al club, io sono un po’ contrariato, con la sua mancanza mi devo destreggiare troppo spesso tra le lezioni in acqua e la gestione dei Soci dei circolo.
Parliamo… gli dico che se deve essere il Direttore deve garantire la sua presenza sul posto e lasciandoci liberi a ognuno di fare il proprio lavoro. Marco mi dice che è un periodo molto impegnativo , oltretutto ha iniziato a fare lezioni di tennis anche a Rio Claro, una località balneare vicino a Terracina.
Valutata la situazione, gli dico che non credo che sia giusto essere nel ruolo di Direttore quando manca sul posto da settimane, e in realtà sono io che tutto sommato mando avanti il club. Oltretutto Antonella andrà via dall’inizio della prossima settimana, si è licenziata proprio per la situazione creatasi.
“ Ne parlerò con Susanna S.”, dice Marco chiedendogli “se vuole accettare che tu diriga il club”. “Sei sicuro di essere in grado?”, mi chiede . “Mi sembra che all’atto pratico già lo faccio da settimane, penso di si” .
Informata dello svolgere della situazione ,dopo un paio di giorni, Susanna accetta che io diriga la parte sportiva del Miraggio club, nonostante mi vede un po’ troppo giovane e ha di me l’immagine del “Surfista” un po’ ribelle. D’altro canto non le posso dare troppo torto, perciò è abbastanza titubante, ma davanti alla realtà non gli resta troppa scelta.
Così mi rimbocco le maniche e nell’arco di un paio di giorni assumo Sabrina nel lavoro di segreteria .
Mi sembra precisa e adatta nell’accogliere le persone interessate e dare direttive e info ai nuovi soci. Lavora con precisione e io mi sento allo stesso più tranquillo .
Con suo fratello Umberto abbiamo instaurato una buona amicizia, lui lavora nel chiosco di frutteria con il padre. Tutte le mattine si sveglia presto per andare ai mercati generali comprando i prodotti da vendere.
Usciamo in mare insieme, lui ha un Mistral Malibù, un funboard veloce con il vento medio – forte. Io da poco vado anche su un Hi Fly 500, sempre un funboard , leggermente con un po’ più di volume, cosi ci divertiamo a fare uscite quando i venti sono almeno medi . Ora le tendenze stanno cambiando velocemente, le fabbriche di Windsurf sono laboriose nel proporre sempre più nuovi modelli . Anche le vele sono migliorate proponendo tagli accattivanti e tessuti plastici in mylar che ha la caratteristica di mantenere, come si dice in gergo, un miglior profilo alla vela .
Anche se Sabrina lavora bene in segreteria, io in fondo non sono molto contento. Ricevo spesso indicazioni confuse dalla reception del Miraggio sulle lezioni dell’ultimo momento, creandomi caos nell’ organizzare bene la giornata. Dopo un paio di settimane difficili nella gestione del circolo e alcuni antipatici battibecchi, le dico che, stanco della situazione, mi allontanerò per un mesetto, la taglio corta sperando che capisce che non sono disposto a lavorare in quel modo.
Dato che la situazione sta andando avanti da un mesetto, ho anche bisogno di cambiare aria, staccare qualche tempo dal Miraggio dando a Susanna, allo stessa tempo, modo di valutare tutto il mio sforzo nel gestire club le lezioni, per il restante periodo estivo d’arrangeranno. Susanna non la prende molto bene, ma d’altro canto non posso andare avanti così, devo dare un segnale forte.
Così carico la Polo con un paio di tavole da windsurf da scuola una canoa, la mia “plancetta da vento forte” vado anche io a Rio Claro dove sta Marco P., mi ha detto che li ce un bel movimento che ha una barca a vela al lato di un Chioschetto sulla spiaggia adatto anche per appoggiare le mie attrezzature.
E un bel punto di ritrovo e unico ristoro del centro residenziale di Rio Claro. Una volta sistemate le tavole e la canoa, dietro al Chiosco , mi devo organizzare per dormire. Ho portato una tenda canadese una stuoia un cuscino e una copertina per la notte, poco lontano dal mare ce un terreno recintato dove all’interno di sono pini e cespugli di macchia mediterranea, entrando da un buco nella rete di recinzione entro e monto la tenda ben nascosta, cercando di posizionarla più possibile all’ombra ,questo posto sembra essere abbandonato, penso, andrà benissimo per le notti di riposo .
Marco è contento che sono li anche io. Nei pomeriggi, dopo le lezioni del mattino, si alza spesso un bel vento di ponente, non ci metto molto a montare la mia 5.3 North Sails e sfoderare dalla sua sacca la mia plancetta 270 Marchetti .
Un gruppo di ragazzi del posto rimangono a guardare dalla spiaggia, mentre io mi diverto a planare fuori e dentro e dentro i frangenti. Anche Marco mi guarda dalla riva cercando di rubare con gli occhi, attento a tutti i movimenti che faccio in acqua, un gruppetto di curiosi si è formato davanti al chioschetto incuriositi da questo nuovo windsurfiero venuto da Fregene. Li il livello ancora non è alto e perciò, ed anche se io non sono ancora bravissimo, faccio un po’ di promozione della scuola di windurf. La mattina ho parecchie persone che mi chiedono informazioni su come funzionano lezioni e noleggi e attrezzature.
Cambiare aria mi ha fatto bene, in mare sento il profumo dei pini, c’è anche qualche ragazza carina che passa davanti alla mia postazione e ce n’è una in particolare capelli corti e occhi celesti che sorride camminando sulla riva, è la seconda volta che passa . Fatalità nel pomeriggio mentre sono intento a sistemare le attrezzature dietro il riparo del Chioschetto, viene proprio Lei ,la ragazza di stamattina chiedendo informazioni sulla scuola di vela, la invito a fare una lezione di prova il mattino dopo . Mm… decisa la ragazza, dice di chiamarsi Ilaria ha 18 anni, finito di sistemare ci salutiamo, dopo essersi detto di incontrarci la sera dopo cena al Chioschetto per bere qualcosa e fare conoscenza.
Mentre ritorno nel mio accampamento cammino e penso a come si sta bene qui, mi sento rigenerato e contento. Mi mangio qualcosa frugando tra le mie provviste, una scatoletta di tonno un pezzo di pane rifatto, un pomodoro. una cipolla rossa, andrà benissimo, non soper l’alito, ma chi se ne frega, berrò una birretta per confondere e brindando alla bella Ilaria.
La sera mi metto la camicia più bella che ho, certo un po’ sgualcita, andrà bene, ma si .
Seduto ad un tavolo del Chioschetto davanti al mare la vedo arrivare, il tramonto colora il mare con un caldo rosso amore, saranno segnali?
Arriva, sorride e abbassandosi mi bacia sulla guancia.Prende una aranciata e io una birretta fresca, parliamo per un paio di ore, mentre i grilli cominciano il loro canto, ci conosciamo un po’, racconto di me perché’ sono capitato proprio lì, lei mi dice che sta finendo gli esami di maturità in un liceo classico,“ chissàche barba” penso . La sera arriva in fretta, mentre camminiamo sulla riva, i piedi tra le bianche schiume, lei corre io corro gli spuzzi salati le risa, i suoi denti bianchi riflettono la luce della luna sdraiati sulla sabbia delle dune, per un po’ in silenzio, quando le mani si sfiorano si raggiungono si stringono.
Il mattino dopo sono sul posto di lavoro alle 8.30, preparo la barchetta a vela di Marco, è un 470,ci vorrei portare Ilaria in mattinata. Isso la randa, controllo le sartie lo strallo di prua, sembra a posto pronta per l’uscita in mare. Durante le prime ore del mattino faccio un paio di lezioni di windsurf, una di equilibrio chiamata “il cavallo imbizzarrito”. Consiste nel salire sulla tavola da windsurf di lato stando ben attenti ad appoggiare le mani nel centro, dopo di che si sale prima le ginocchia poi un piede alla volta fin sopra in piedi . Il fatto è che non avendo la attrezzatura ( albero vela e boma) non ce un punto dove tenersi rende impegnativo il cercare e trovare l’equilibrio ammortizzando con le gambe il movimento del mare, il gioco è nel contare fino a sessanta cercando di non cadere. Personalmente ho sempre ritenuto questa lezione fondamentale per una buona base tecnica di equilibrio.
Verso le 12 arriva Ilaria, un sorriso a 48 denti, i suoi occhi celesti, cammina leggera quasi volando sulla sabbia ,uscendo dal vialetto. Gli mostro la barca e dopo aver messo i giubbotti spingiamo la barca verso il mare prendendo in poco tempo il largo.
L’acqua, da verde diviene di un blu cobalto, schiume bianche sbaffano sotto la prua, cazza randa e fiocco per stringere il vento, verso ovest sempre più al largo.
Per l’occasione ho invitato altri due possibili allievi per un uscita di prove, dove ogni uno degli ha un ruolo, chi tiene la scotta chi il fiocco chi il timone cambiandosi di ruolo a turno ci si alterna. Quando la linea del litorale diventa cosi piccola è il momento di poggiare gradualmente, lascando le vele per poi abbattere, ed avere ora le piccole onde alle spalle.
Ilaria sorride, ci scambiamo sguardi ,occhiate,che bella penso .
A 500 metri dalla riva ci mettiamo prua al vento per fermare la barca, “chi vuole fare un bagno?” . Io rimango al timone assicurando la barca ferma, Ilaria scivola lentamente in acqua nuotando stile rana, la vedo bene ora in costume che sgambetta contenta. Rinfrescati e soddisfatti torniamo verso riva dove le vele sventolano sotto la gentile brezza di mare. Disarmata la barca ci salutiamo dandoci appuntamento per le 18,lei scappa verso casa dove l’aspettano per pranzo.
Io approfitto del ristoro del Chiosco che vende “capresi” di eccellente bontà, essendo questa la zona famosa per la “mozzarella di bufala”. Un po’ pesantina da digerire ma gustosa e ideale accompagnata da pomodori freschi e olive di Gaeta.
Dopo scatta la pennica pomeridiana, trovo ombra sotto un cespuglio di pino marino a bordo spiaggia sdraiato sopra un telo come sottofondo il mormorio dei pochi bagnanti rimasti nell’ora più calda .
La permanenza a Rio Claro ha senza dubbio piacevoli risvolti sia per quel che riguarda l’attività che personali.
Da qualche giorno sono un po’ preoccupato, ho ricevuto la notizia che l’ex ragazzo di Ilaria essendo stato informato che ci frequentiamo, mi stia cercando. Sembrerebbe essere a conoscenza della nostra neo-relazione della quale non sembra proprio essere contento. La notte in tenda sono un po’ preoccupato che possa farmi qualche sorpresa . Rimango comunque sul “chi va la ?”, come sempre ad ogni rumore sinistro, pronto. Spesso piccoli animaletti girano tra i cespugli o pigne cadono dagli alberi scrollati dal vento di terra, io apro gli occhi e aspetto. Tanto sta che non dormo tranquillo, questa situazione la voglio risolvere quanto prima .
Ilaria mi ha detto che si sono lasciati da un mesetto ma lui non sembra essere stato quello che ha preso l’iniziativa, pertanto conserva un certo risentimento.
A quanto mi dice Marco sembra che non sia proprio un bravo ragazzo, io lo aspetto, che venisse non ho certo paura di essere affrontato di petto, solo non mi piacciono le brutte sorprese. Oltretutto sembra che faccia anche lui windsurf e viva a Terracina .
Nel pomeriggio prendiamo un gelato insieme, mi piace molto Ilaria, è sempre allegra e ha un corpo longilineo, ha un carattere gioioso che mi trasmette tranquillità. Anche nei momenti di intimità è frizzante e tenera, l’abbraccio e accarezzo scivolando con la mano dalle spalle alla schiena con le mie mani piene di calli che non so quanto siano morbide, non si lamenta .. anzi .
Le giornate scorrono veloci tra le mattinate in spiaggia tra barca a vela, canoa e windsurf, lezioni e noleggi vanno forte. Nei fine settimana preferisco tornare a Fregene partendo la mattina presto. Vado a casa al Villaggio dei Pescatori dove i miei genitori mi aspettano, innaffio le mie adorate piante la mattina dall’altra parte dell’Arrone capando qualche fiorellino già pronto. Da anni mi piace coltivare piante medicinali per ricavarne ottime tisane energizzanti. Non avendo posto a casa ho trovato un posto ideale per il grado di umidità e esposizione al sole .
Faccio un salto al Miraggio per salutare gli Amici e rassicurarmi che tutto sia sotto controllo, Sabrina mi informa sulle novità, con precisione, dicendomi che tanta gente chiama per fare lezioni e che la segreteria automatica l’ha dovuta staccare. “ Gli abbiamo detto che sei fuori per fare delle regate”,“ Brava ottima idea”, e Susanna che dice “Mi chiede dove sei, e io gli rispondo che sei fuori sia per lavoro, e anche per fare regate nazionali, credo che si sia accorta di essere stata un po’ troppo estenuante”.
“Bah meglio così, ancora un mese e poi torno” e vedrò poi di parlarci mettendo le cose bene in chiaro .
Lunedi mattina presto riparto per tornare a Rio Claro, la macchina sulla via Pontina scorre liscia, alla radio la musica di Bob Marley mi accompagna fino al mio solito parcheggio all’ombra di un bel pino basso. Entro nel terreno dove ho la tenda, mi accorgo che ci sono persone all’interno che scaricano dalle macchine borse, teloni e sdraie. Il cancello è aperto, credo siano i proprietari, speriamo che non vedono la mia tenda…
Così rilascio le poche provviste in macchina, che avevo nel frattempo preso da mettere in tenda e mi avvio verso la spiaggia. Il mare al mattino è fresco e liscio, l’aria frizzante.
Appena sistemate le attrezzature, tavole e vele in formazione davanti al mare, mi metto un po’ a pescare, approfittando dell’ora fresca, faccio alcuni lanci con la canna da spinning, ci sono solo piccole spigole e qualche tracina, nulla di interessante. Pesco con esca artificiale che faccio con piume di marabù legandole sul filo di nilon prima dell’amo, come mi ha insegnato “Spigola” di nome Vittorio Alesi un grande pescatore di Fregene.
Al mattino soltanto due lezioni, nel pomeriggio una di vela. Nella giornata sono arrivate anche nuove iscrizioni per il martedì ,disarmando le vele dopo averle ben sciacquate con il tubo, le sistemo per bene una volta ben asciutte dietro al Chiosco. Tornando all’accampamento mi chiedo Ilaria dove sia, non l’ho vista tutto il giorno. Arrivato al buco d’entrata, con in mano le poche provviste, una bottiglia d’acqua, sembra tutto a posto, il cancello è di nuovo chiuso e la gente se ne andata. La tenda ancora chiusa come l’ho lasciata, nessuno sembra aver toccato nulla bene .
Mi sdraio cercando un po’ di riposo, l’afa estiva riscalda l’aria, la macchia mediterranea tutta intorno rilascia le sue essenze silvestri, mi appisolo stendendomi ben . Poco prima di sera apro gli occhi, prendo una manciata d’acqua per rinfrescarmi, mi vesto ed esco per cercare un posto dove cenare qualcosa di buono, stasera mi voglio coccolar . Trovo un bel ristorantino veduta mare, mi piacerebbe stare con Ilaria ma non so dove abita e come rintracciarla .
Dopo una lauta cena, mi riavvio mezzo barcollante sotto la leggera ebrezza del mezzo litro di vino bevuto che ha accompagnato il pesce arrosto ben gustato del quale ho mangiato anche gli occhi.
Una volta in tenda mi spoglio velocemente per godermi il meritato riposo . La notte cala, le cicale lasciano posto al canto dei grilli.
Improvvisamente nel cuore della notte vengo svegliato dal rumore di motore di una macchina, forse due. Lampi di luce si muovono nella radura, esco dalla tenda nascondendomi dietro un vecchio muretto appena dietro la tenda mezzo diroccato, il cuore comincia a pompare. Accucciandomi scrutando tra le scure forme, cerco di capire chi e dove sono gli intrusi. Penso che potrebbe essere all’ex di Ilaria che mi èvenuto a cercare .
D’improvviso una voce dietro di me mi dice “ chi sei, cosa fai qui “ accecandomi con una torcia realizzo che è un gendarme . “Stavo dormendo, sono un istruttore di vela, lavoro qui sotto in spiaggia al Chioschetto “.
“ Non sai che questa è proprietà privata ?” dice il Caramba, “no non lo sapevo”, rispondo.“ Se ne deve andare subito da qui”, continua l’appuntato. “ Va bene, certo ma ora?”, rispondo.“ Si subito”. Ammucchiando tutto, abbracciando tenda vestiti, provviste, esco dal cancello trasportando tutto verso la macchina li a un cinquantina di metri parcheggiata. Aprendo il portellone posteriore della mia Polo bianca, infilo tutto dentro, con il cuore che ancora batte dallo spavento. Le due macchine dei Carabinieri si allontanano scomparendo nel buio della calda notte di agosto. Chiuso in macchina, cerco di riprendere sonno ma il cuore batte ancora veloce, rimbombando forte dentro il torace. Penso alla smaltita che mi sono preso … a Ilaria. Cerco una posizione migliore allungando lo schienale del sedile passeggero, ci metto su la coperta il cuscino, e mentre guardo la luce fioca di un lampione chiudo gli occhi calandomi tra le braccia di Morfeo il Deo dei sogni.