Almeno un centinaio di pesci morti, cefali, carpe, anguille, la tipica fauna dei corsi d’acqua dolce. Tutti riversi sulla foce del fiume Arrone alla fine del Villaggio dei Pescatori. Arrivati nel pomeriggio del 5 agosto e poi rimasti a stazionare lì, fermati dalle cannucce cresciute nell’argine che gli impedivano di finire in mare a Maccarese dove il fiume confluisce con la spiaggia. Il giorno dopo l’odore era già forte e qualche uccello zampettava nell’acqua alla ricerca di un pasto inaspettato.
Difficile individuarne le cause, senza le analisi rimangono tutte e solo ipotesi. “L’indagine tossicologica è indispensabile per fare una diagnosi precisa – spiega Andrea Rinelli, direttore delle oasi del WWF – in questo momento è un fenomeno purtroppo abbastanza diffuso, come è successo anche ad Orbetello dove ne sono morti a tonnellate. Potrebbe essere una mancanza di ossigeno presente nell’acqua, se non c’è un ricambio sufficiente perché la barra è chiusa manca l’ossigenazione e con l’anossia i pesci non hanno scampo. Abbiamo avvisato la Asl che avvierà tutte le procedure di rito”.