“Gli alberi a Fregene stanno sparendo: è sufficiente confrontare una vista aerea di 10 anni fa con una di oggi per constatare quante centinaia di alberi manchino all’appello. Solo nel 2024 si stimano oltre 250 abbattimenti”. È quanto dicono con una nota Florestano Bianchi e gli amici degli Alberi.
“Il depauperamento del patrimonio arboreo di Fregene – si legge nella nota – è sotto gli occhi di tutti, a partire dalla Pineta Monumentale sino alla Lecceta. Seppure sia innegabile che i problemi siano molti, si può immaginare Fregene senza alberi?!
Occorre agire oggi per invertire la tendenza. Per troppo tempo abbiamo dato per scontato la presenza del ‘genius loci’ di Fregene, abituati alla sua maestosa presenza e al suo caratteristico profilo sullo sfondo nel cielo. Come un caro vecchio amico, scopriamo tutta la sua importanza per noi e per il contesto nel quale siamo cresciuti solo nel momento in cui viene meno.
Ormai da molti anni infatti il Pino di Fregene è sotto attacco non solo da parte della cocciniglia aliena ‘Toumeyella parvicornis’ ma anche da parte dell’uomo che, per ragioni più o meno fondate, procede sistematicamente al suo abbattimento, senza risparmiare lecci ed altre specie arboree.
Chiunque frequenti Fregene, residenti vacanzieri lavoratori, alzando gli occhi verso l’orizzonte, percepisce oggi la mancanza di quel vecchio caro amico.
Un vero pugno allo stomaco è stato il recente abbattimento del pino innanzi la chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta che, implicitamente, rappresentava tutti i pini di Fregene tanto per la sua maestosità quanto per la sua collocazione. Per decenni ha accolto coloro che si recavano nella piccola chiesetta dell’Assunta offrendo generosamente la sua ombra e la sua protezione, quasi un’estensione della chiesa, proteso ad accogliere tutti con un grande abbraccio.
La perdita del pino dell’Assunta ha scosso le coscienze di molti improvvisamente consapevoli del gravissimo rischio che stanno correndo tutti gli alberi di Fregene e con essi Fregene stessa.
‘Non reagiamo abbastanza’ al degrado che avanza. Dobbiamo impegnare i nostri talenti per plasmare (o proteggere) ‘in modo ecologico’ i luoghi dove viviamo, lavoriamo e (anche) preghiamo poiché ‘la nostra cura per l’altro e la nostra cura per la terra sono intimamente legate’.
Lo stesso ‘Regolamento per la tutela e l’igiene del verde pubblico e privato” del Comune di Fiumicino” (art. 1,comma 1) ‘… riconosce l’importanza vitale che il patrimonio vegetale riveste ai fini ecologici, paesaggistici, culturali e storici nelle aree urbane e conseguentemente favorisce la tutela, il miglioramento e l’incremento del patrimonio vegetale esistente nell’ambiente urbano’ e (art. 3, comma 3) prevede ‘… la precisa identificazione e localizzazione della/e pianta/e da abbattere e di quella/e da piantumare in sostituzione’.
L’essenziale consiste nel mantenere il valore paesaggistico e quindi lo stato dei luoghi: ove ricorresse l’inevitabile necessità di abbattere un pino, lì deve essere ripiantato. Non altrove, proprio lì!
Nel punto (metro più, metro meno) dove ha contribuito nel tempo a costituire la fama e la bellezza di Fregene oggi gravemente a rischio.
Rivogliamo quel caro amico che sempre ci accoglieva di fronte alla chiesa. Ripiantiamo il Pino dell’Assunta!
Ripiantiamo tutti i pini, i lecci ed ogni albero lì ove erano, lì ove oggi trionfa un ceppo, monumento alla morte e al decadimento. Evitiamo che Fregene diventi la città dei ceppi”.
Chi lo desidera può sottoscrivere la petizione “Ripiantiamo il pino dell’Assunta!” presso:
- Tabaccheria in via Loano, 9
- Cartolibreria in via S. Fruttuoso, 79
- Cartaloca in Viale Castellammare, 41/C