Due anni di sperimentazione, quattro nazioni coinvolte (Italia, Portogallo, Repubblica Ceca e Finlandia), passando da Lisbona a Ostrawa: si è appena concluso mPOW, progetto europeo vissuto in prima persona dai ragazzi dei Centri Diurni della ASL Roma 3.

Venerdì 20 settembre, al Teatro Porta Portese di Roma, alcuni professionisti dell’azienda sanitaria locale e della Cooperativa Il Grande Carro si incontrano per illustrare i risultati raggiunti grazie a mPOW, una iniziativa dal forte respiro internazionale, finanziata dall’Unione Europea, alla quale la ASL Roma 3 ha deciso di aderire nel 2022 con la Cooperativa Il Grande Carro, coinvolgendo una piccola parte dei ragazzi dei Centri di Salute Mentale del Municipio XI e XII.

Il progetto mPOW nasce come strumento di ricerca ed elaborazione di metodologie di lavoro per sostenere i giovani che hanno difficoltà a trovare il loro posto nella società, specialmente coloro che hanno problemi di salute mentale ed evidente criticità nell’affrontare studi e vita lavorativa. In Europa ha coinvolto quasi 400 giovani.

“Il progetto mPOW è rivolto ai NEET, Not in Education, Employement or Training, quella fetta di giovani che non studiano, non sono iscritti a corsi di formazione e non lavorano e che come accade per coloro che frequentano i nostri centri lamentano anche problemi di salute mentale o comunque forme di disagio – spiega Francesca Milito, Direttore Generale della ASL Roma 3 – La scelta di aderire è stata molto ponderata, la nostra azienda ha voluto offrire agli utenti opportunità diverse rispetto ai servizi e alle attività che normalmente svolgono nelle nostre strutture. Ad aprile i giovani sono stati, in compagnia dei loro responsabili e riferimenti abituali, a Ostrawa in Repubblica Ceca, dove hanno interagito anche con ragazzi provenienti dalla Finlandia e dal Portogallo della loro stessa età, confrontandosi su tematiche di ogni tipo. Qualche giorno fa alcuni di questi professionisti si sono incontrati a Lisbona per conoscere e discutere i diversi metodi sperimentali e accrescere le reciproche competenze sul tema del disagio giovanile”.

“In questi due anni abbiamo raccolto opinioni e suggerimenti provenienti dalle reciproche esperienze di noi operatori che viviamo quotidianamente a contatto con le problematiche degli under 30. È stato davvero importante confrontarsi con professionisti di altre nazioni e per i ragazzi, ancor di più, vivere un’esperienza che in tanti non avrebbero mai pensato di fare. Hanno lavorato in gruppo con giovani di altre nazioni, è stata data loro la possibilità di essere ascoltati come portatori di esperienza, con una presa di coscienza delle proprie capacità e della possibilità concreta di essere utili a qualcuno. Fattori che hanno accresciuto l’autostima di tutti, con risultati che siamo convinti si consolideranno nel tempo. Infine, stiamo realizzando anche un libro sulle buone pratiche sperimentate e da sperimentare nel lavoro con questi ‘giovani adulti’, che non riescono a trovare il proprio posto nel mondo”, conclude Viviana Muccini, psicologa della ASL Roma 3 che ha partecipato attivamente alla realizzazione del progetto.

I Centri Diurni della ASL Roma 3 sono 6 (Brisse, Cantiere 24, Monteverde, Mazzacurati, il Centro Diurno di Fiumicino e quello del Municipio X). L’età media degli utenti va dai 18 ai 35 anni. Afferiscono anche pazienti meno giovani, per un totale di circa 80 all’anno per ogni centro. Le loro attività sono cofinanziate dall’Assessorato Politiche Sociali e Salute di Roma Capitale.