Ottobre, con i suoi ultimi gemiti di caldo,  stava lasciando il  passo a un novembre pieno di ricordi. Mentre il mare appena increspato si ritraeva vistosamente, e in lontananza i barchini dei pescatori si muovevano avvolti dalla foschia mattutina, nella sabbia olivastra (per i detriti portati dai fiumi) brillavano, come stelline di un albero di Natale, bianchi sassolini quasi invisibili se non fossero colpiti dai primi raggi di sole.

Un uomo intanto vagava meditando non sugli errori del passato quanto su un futuro, oramai prossimo, affatto roseo. Solo e senza neanche un cane per compagno tornava poi sui suoi passi e pensava che davvero sta per tornare Natale, per alcuni il primo per altri l’ultimo . . .

Poi si commuoveva pensando alla prima vera recita che a scuola bambini e maestri volenterosi stavano già preparando. Uscendo dalla spiaggia  faceva bella mostra di sé una bussola disegnata per terra. Laddove un tempo ci stava una pista di mini-golf, poi una piccola piscina e infine il palchetto di una discoteca.

Già, la bussola alla quale sempre badare! Indovinando e individuando dove  porterà il vento ed evitando così di naufragare! Ecco ora i primi ragazzini che si recano in classe per le loro lezioni giornaliere. I loro pantaloni si sono allungati consentendo ancora di muoversi però in bicicletta perché il clima è mite.

È bella Fregene in questa stagione autunnale che l’ha vista svuotarsi della cose superflue. Ancora il tempo per un saluto deferente a Chira, centaura di Enea che, facendo sfoggio di se’ e della sua maestosità nel piazzale del lungomare, sorveglia la cittadina e poi si ritorna alla vita e ai pensieri di tutti i giorni. Anche e soprattutto perché c’è una promessa fatta a una nipotina appena nata, tanti anni fa, da mantenere . . .

Lorenzo D’Angelantonio