Utenti dei Centri Diurni della ASL Roma 3, iscritti ad alcune associazioni no profit e cooperative sociali del Lazio e dell’Abruzzo: in totale più di 50 giovani suddivisi in squadre miste scendono in campo lunedì 25 novembre, alle ore 10, presso la struttura del Calcio Sociale di Corviale a Roma, tutti con il Fiocco Rosso al braccio per dare “Un calcio alla violenza”.
L’ iniziativa “Un calcio alla violenza” viene promossa dalla Asl Roma 3 in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
“L’idea di questo torneo – spiega Viviana Muccini, psicologa della Asl Roma 3 – è nata parlando con i giovani dei Centri Diurni della nostra azienda. Stimolati dagli operatori che abitualmente li seguono nelle loro attività complementari, non solo le ragazze, ma anche e soprattutto i ragazzi hanno scelto di inviare insieme un messaggio esplicito per bloccare la violenza sulle donne. E sono stati proprio i maschi a dire che se fosse arrivato anche da loro il messaggio sarebbe stato più forte”.
“Nella Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne – aggiunge Francesca Milito, Direttore Generale Asl Roma 3 – credo che l’iniziativa di questi giovani adulti vada applaudita e tenuta in considerazione come prezioso esempio. La sensibilità dei ragazzi che decidono di impegnarsi, e di farlo in un modo sano come quello di giocare a calcio, dimostra che esiste un campo dove la cultura del rispetto vince su quella del possesso. E che dare un calcio alla violenza è possibile. Voglio ringraziare, dunque, tutti i giovani che hanno deciso di partecipare al torneo e anche il personale sanitario della nostra azienda che li segue nel percorso di uscita dal disagio e in quello di crescita educativa, culturale e sociale”.
“Al termine dell’incontro – conclude Muccini – è previsto anche il Terzo Tempo, un pranzo conviviale e insieme un momento di riflessione durante il quale le ragazze e i ragazzi affronteranno il tema della violenza sulle donne, scambiandosi opinioni, riflessioni e modalità per acquisire gli strumenti più adeguati a capire prima di tutto la differenza tra amore e possesso. È importante lavorare sulle fragilità psicologiche e sulle forme di disagio delle nuove generazioni, che sono spesso prima l’origine e poi la causa degli episodi di violenza e sopraffazione sulle donne, ma anche su chi è più debole o su chi viene percepito come diverso”.
Fonte: Asl Roma 3