Siamo nei primi mesi del 1991, a Fregene tira una bell’aria di scirocco e tutto intorno al litorale c’è fermento; chi inchioda vecchie insegne, chi toglie le stuoie fronte mare ridonando all’occhio l’infinito orizzonte, altri sono intenti a piantare file di ombrelloni a misura e c’è chi, come noi, è alle prese con la calce e il cemento che spacca le mani. Pezzi interi di intonaco si staccano dal muro insieme ad altri che giacciono sulla sabbia. La parte degli edifici della colonia marina dei Ministeri Finanziari rimasta inattiva per anni pian piano sembra riprendere vita, il bianco della calce pitturata sulle lunghe facciate riflette una luce accecante, ma lungo è il lavoro impiegato per il restauro.

Sono 13 i soci affezionati rimasti a supportare la ormai storica associazione sportiva Fregene Vela Club. All’entrata ci accoglie Brunella con il suo sorriso pronta a dare informazioni sui corsi e sulle quote associative, mentre i cani fanno la guardia sciolti e avvisano abbaiando se entra qualcuno. La musica accompagna il mattino con le note rilassate delle musiche di Bob Marley che suonano al ritmo caraibico.

Faccio fare un bel cancello di ferro che scorre su una rotaia e la porta d’entrata di legno si apre e si chiude con il classico cigolio. Franco Vitali, il custode, viene a farci visita. Lui è un vigile urbano molto probabilmente già in pensione e con sua moglie si occupa della pulizia dello stabilimento; è sempre così gentile Franco, ha abitato anche lui per molto tempo al Villaggio dei Pescatori quindi ci conosciamo bene, mi dice che è contento che questo posto viva dello sport e dei colori che portiamo con le nostre tavole e vele. Ha una barchetta a vela anche lui con la quale gli piacerebbe navigare ma è da sistemare, lo rassicuro che avrà la mia assistenza.

La primavera finalmente è entrata, l’aria si fa sentire più dolce, le rimesse delle tavole sono pronte, le nostre e quelle della scuola sono già a posto e ci sono ancora circa un centinaio di posti liberi; le vele semi armate scorrono sui ganci delle rotaie facendosi spazio a vicenda, la voce gira velocemente nel nostro ambiente accompagnata dalla ormai famosa segreteria telefonica del numero 6680958. La mia voce aggiorna ogni volta sulle condizioni marine, sullo stato del mare, del vento e del sole.

“Oggi 3 maggio, qui al Fregene Vela Club si respira un’aria tranquilla; per ora il vento è di brezza intorno ai 10 nodi da nord, aspettiamo che giri presto, sperando in un termico da ovest nelle prime ore del pomeriggio; il mare è calmo, c’è già un bel soletto per chi ha voglia di scaldarsi le ossa… a dopo windsurfieri”.

Sistemerò un’area al piano superiore dove già esiste una foresteria con letti a castello in grado di ospitare dieci soci nel caso organizzassimo dei corsi intensivi di windsurf e vela. La parte a est dell’edificio, verso terra, ho pensato di utilizzarla come centro fitness; dispone di uno stanzone di 15 metri per 7, ci starebbe bene una palestra dove fare diverse attività propedeutiche allo sport come yoga e ginnastica posturale. Anche qui c’è da lavorarci su: ho in mente di installare sul freddo pavimento di piastrelle esistente un caldo tavolato trattato e impregnato; forse metterò una parete a specchi per dare più profondità e utile per guardare i movimenti durante le attività fisiche.

L’atmosfera è tranquilla al Fregene Vela Club, appena entrati si respira già un’aria rilassata, varcata la soglia il sorriso di Brunella accoglie i soci e gli interessati che vengono a chiedere informazioni su lezioni e servizi offerti. La facciata verso terra è stata affrescata con la scritta del nome della nostra associazione sportiva FVC con sotto i punti cardinali; anche qui Brunella ha fatto un buon lavoro degno della sua arte. Noi due siamo buoni amici, intimi amici, conosco bene la sua famiglia che ogni tanto vedo quando la vado a prendere per passare una serata insieme: veramente una bella e brava ragazza. Peccato che io non abbia alcuna voglia di instaurare con lei un rapporto stabile, sono pieno di energie e in testa ho parecchi progetti da portare avanti quindi una relazione mi creerebbe ostacoli costringendomi ad accettare compromessi che al momento non mi trovano disponibile. Pertanto frequento Brunella saltuariamente anche fuori dal circolo, ma anche altre ‘amichette’ con le quali continuo a coltivare relazioni di reciproco scambio di buoni momenti e belle emozioni. C’è Natascia con la quale ogni tanto esco; con lei mi sento molto bene grazie al suo modo di fare dolce e tranquillo; la sua giovane bellezza poi mi avvolge tutt’intorno, con il suo modo artistico di vedere la vita dipingendo il mio mondo di tenui colori pastello.

A volte capita anche Benedetta con il suo cagnolino che mi appare all’ingresso con un sorriso complice; lei sa che quello è il suo giorno e l’accolgo con piacere ogni volta che viene. Poi scompare il giorno dopo, al mattino tardo, e riprende la strada per tornare alla sua vita normale tra i cavalli e la via Flaminia; ma solo dopo aver trascorso con me i momenti veri di cui ha bisogno per uscire un po’ dal suo ambiente contrastante di Roma bene.

Da quando abbiamo aperto il circolo sono già arrivate tante persone, siamo già ad una ventina di iscritti e la stagione è appena all’inizio.

I venti sono ancora primaverili e poco costanti, a parte qualche bel giorno di scirocco nel quale tutto si alimenta in una rinnovata eccitazione per l’entusiasmo di una prossima uscita in windsurf. Le previsioni meteo preannunciano una bella mareggiata da sud ovest e già di sera si vede che il moto ondoso sta montando; durante la notte sento il fischio del vento che aumenta la sua intensità, le sartie delle barche a vela lasciano un forte sibilo, la ventola sistemata sopra la canna fumaria per succhiare il fumo dal caminetto della mia camera gira all’impazzata creando una flusso d’aria verso l’alto. Il mare è grosso, le linee di schiuma bianca rasentano l’orizzonte; ondate sommergono gran parte della spiaggia, la notte trascorre disturbata, ma cullata dai rumori della tempesta in atto. Al mattino la segreteria telefonica del numero 6680958 annuncia: “Buongiorno windsurfieri, la giornata oggi è estrema con vento da SO dai 30 ai 35 nodi sotto raffica, il mare è forza 8 con onde fuori alte anche 4/5 metri: preparatevi ad affilare le prue delle vostre tavole, ci sarà da lavorare sodo”.

Una giornata adatta per armare le vele più piccole, già alle dieci del giorno di mercoledì si preparano i windsurfieri più esperti: arrivano Fabio Carafa, Gianluca Santilli, Massimiliano Germini con la sua compagna Marina Cavalcaselle, Raimondo Gasperini… si armano vele di 4.5m2 a parte Marina che arma la 4,2. Esco per primo per rompere gli indugi, faccio un paio di bordi lungo la riva cercando di individuare le zone più aperte che lasciano spazio per uscire tra una secca e un altra. Il mare è tutto un ribollire nel fragore del suo suono, schiume color crema si staccano dalla superficie delle onde volando sopra la sabbia spazzata e frustata dalle raffiche di vento. Dal lato sinistro, poco lontano, vedo uscire Andrea Salce davanti al suo stabilimento ‘Il Riviera’. Con Raimondo e Fabio riusciamo a rompere le prime due secche, ci troviamo tra la terza e la quarta in una zona dove il mare ci concede per qualche istante un po’ di respiro. Usiamo le rampe più grandi per spararci qualche bel saltone cercando di atterrare leggermente con la prua per evitare spiattate che potrebbero causare rotture alla tavola. Ne ho già spaccate due di tavole: la più bella era chiamata ‘cometa’ per via della grafica artistica e allo shape dovuto alla mano maestra di Fabio Gini che ne aveva copiato il disegno da una tavola di Robby Naish. Poi in seguito, a forza di saltoni esasperati con atterraggi mal controllati, si era rotta anche la Mc Lennay hawaiana. Le tavole di serie in genere sono più toste da rompere, ma c’è chi riesce benissimo, vedi Pino di Passoscuro capace di spaccare il ‘plasticone’ Tigà 254 dopo un atterraggio da un forward loop.

I soci del club stanno aumentando grazie al passaparola, l’atmosfera si scalda, così organizzo un concerto reggae in collaborazione con Radio Rock nella persona di Stefano Strina amico di Benny dello stabilimento ‘La Baia’ di cui è Assistente Bagnanti.

La serata riesce bene, utilizziamo un frigo destinato normalmente ai gelati e lo riempiamo di birre e bevande fresche. Bisogna anche pagare la Siae se vogliamo essere in regola. La musica è buona e la gente, una cinquantina di persone, si diverte contribuendo a pagare le spese mentre si consumano birre fresche a volontà.

Jimmi è il ragazzo egiziano che mi ha aiutato nell’ultimo anno presso il ‘Miraggio Club’ dove si occupava di tenere pulito, dare acqua alle piante e controllare le entrate nei momenti in cui ero impegnato a fare lezioni di windsurf o vela oppure di nuoto.

Jimmi mi ha chiesto di lavorare nella nuova sede ed io ho accettato: mi sembra un buon aiuto e un bravo ragazzo, per questo gli ho regalato anche un orologio. Per non tornare a casa a Roma tutte le sere, mi chiede se può avere un posto per dormire e stare lì la notte, ho una cameretta dietro l’ufficio che mi sembra adatta e penso che ci starà bene.

I miei allievi juniores mi danno buone soddisfazioni; il migliore William Addobbati ha buoni risultati nelle regate nazionali e spesso andiamo insieme ai Campionati Nazionali o alle regate zonali. La mamma Silvia, anche lei appassionata di vela e windsurf, lo sostiene al 100% accompagnandolo spesso nelle trasferte. Silvia arriva a volte con un catamarano dal mare sorridente e positiva come sempre. Willy, come lo chiamiamo, è diligente nei suoi allenamenti; usciamo insieme in mare facendo bordi su bordi e da poco ha anche iniziato ad andare su tavole wave dove sembra essere molto a suo agio. Poi c’è Valerio De Angelis che sta prendendo confidenza con il mondo agonistico; è molto riflessivo e non si lascia andare abbastanza al flusso del mare, ma ha buone doti e pian piano sta crescendo atleticamente, per ora fa solo allenamenti e qualche regatina zonale.

Alcuni soci tornano da noi dal Point Breack, vedono che la nostra struttura offre grandi spazi e servizi migliori; Renato Amantis, Riccardo Campobrin, Giuseppe Giovannelli, detto ‘Peppinella’, che se ne esce sempre con una novità, una nuova vela/tavola o altro che possa essere oggetto di attenzione e ammirazione; è anche simpatico, ma spesso con il suo super ego esagera e noi, che lo conosciamo bene, lasciamo che sfoghi le sue manie segno evidente di insicurezza… ma, del resto, chi non ha i suoi difetti? Riccardo è socievole e spesso sorridente; esce in windsurf mantenendo una buona forma fisica e ha una buona relazione con tutti.

Devo dire che la mia personale selezione nell’acquisizione di nuovi soci riesce ad evitare l’arrivo di personaggi negativi che possano in qualche modo rovinare l’atmosfera rilassante del Fregene Vela Club. Ragazzi come Renato Amantis e Giuseppe Leotta insieme a Walter Caprara, Gianluca Santilli, Fabrizio Ferri, Fabio Carafa e a molti altri sono parte integrante della base del nostro club. La nostra sede è una piccola oasi: quando si varca la porta di entrata si viene accolti dalla musica di Bob Marley in sottofondo e la pace del luogo tiene fuori dal caos dei bagnanti che affollano la spiaggia.

I nostri confini, delimitati con muretti e cancelli, ci permettono di non avere contatti diretti con la zona di balneazione a parte quando entriamo in mare. Abbiamo una spazio riservato dove transitare con barche a vela e tavole, vele ecc.fino a d arrivare al mare, delimitato a sinistra dalla rete di recinzione del confine e a destra da pali e bandiere. Una volta sulla riva ci sono due cartelli che avvisano i bagnanti dell’area destinata all’uscita e all’entrata di barche e windsurf. In mare sistemo una corsia, larga circa 20 metri, segnalata da gavitelli color arancio. Non c’è niente da fare; nonostante ciò, uscendo ed entrando, dobbiamo sempre fare attenzione ai bagnanti distratti, ignoranti e spesso maleducati che ostacolano i nostri movimenti.

Per un miglior controllo dell’attività ho istallato una torretta come quella del Miraggio, anzi meglio, sulla quale chi è desinato alla sorveglianza possa salire per controllare agevolmente lo specchio d’acqua antistante il circolo velico.

Il problema è che spesso sia le persone che i venditori ambulanti lo prendono come un riparo dal solleone e si affollano all’ombra della pedana, lasciando spesso mozziconi di sigarette, rifiuti di cibo ecc.

I due cani del club riposano sotto le barche nelle ore più calde. Sono: Lupo, un pastore bello grosso, e Tack, un setter bianco e nero, con l’aggiunta di Lillo il mio compagno che non mi lascia un istante seguendomi passo passo; lui ha il posto d’onore e dorme con me a casa su al piano superiore. La mattina presto, quando la spiaggia ancora sonnecchia, andiamo a fare una bella passeggiata lungo la riva verso nord fin quando si giunge al nostro ‘fiume Arrone’. I gabbiani volteggiano impazziti con il loro stridìo sopra la superficie dell’acqua: hanno avvistato un branco di sardine.

La brezza fresca del mattino e la luce tenue del sole mi mettono addosso una bella energia, giusta per affrontare una nuova giornata, tutto può accadere e si gode della fortuna di essere qui, davanti al nostro mare che tanto sa di noi.