Cara nonna, la tua vita è stata un dono, spesa senza riserve per chiunque incrociasse il tuo cammino. Tre pilastri l’hanno sostenuta: la famiglia, la fede e la carità. La famiglia è stata il tuo tutto. Hai cresciuto quattro figli con amore e tenacia, insegnando loro a restare uniti anche nelle difficoltà. La tua casa era un porto sicuro, dove nessuno entrava da ospite, ma sempre da figlio, da nipote, da fratello. E quando la vita ti ha chiesto di essere ancora più forte, hai accudito nonno nella malattia con un amore che le parole non bastano a descrivere.

La fede era la tua forza, il tuo respiro quotidiano. Ti sei guadagnata il soprannome “Vera Preghiera” perché per te la preghiera non era solo parole, ma azione e servizio. Nonostante l’età, non c’era Angelus o discorso del Papa che ti sfuggisse. Eri sempre pronta a leggere articoli su Avvenire o Famiglia Cristiana, sempre con un libro del Papa tra le mani, ma mai in modo rigido o bigotto. Con te si poteva parlare di tutto, senza paura di essere giudicati.

Hai servito come dama a Lourdes per cinquant’anni con umiltà e dedizione. E quando gli anni hanno reso il servizio impossibile, non hai smesso di andare. Sei tornata come pellegrina tra i malati, condividendo la loro fragilità, ma la tua missione non è mai cambiata. Ho un ricordo nitido di te, in carrozzina sotto la Grotta, mentre stringevi la mano di un malato e gli parlavi con dolcezza.

E poi c’era la carità, che per te non era un dovere, ma una gioia. Non c’era difficoltà troppo grande, né persona troppo lontana per essere aiutata. A Lourdes, nella vita di tutti i giorni, nelle feste di famiglia, quando la tavola era sempre apparecchiata per uno in più. Per te nessuno era uno sconosciuto, nessuno escluso. Non c’era festa, che fosse Natale, Pasqua o Capodanno, che non ricordo qualcuno accolto in casa. E proprio la tavola era il tuo modo di amare. La cucina era la tua arte, il tuo abbraccio silenzioso.

E poi c’era l’amore, quello con la “A” maiuscola. Non c’è persona che, sapendoti tornata al Cielo, non abbia pensato subito al tuo incontro con nonno Vittorio, l’amore della tua vita. Negli ultimi tempi ti commuovevi ogni volta che lo nominavamo… ma in fondo è sempre stato così. È sempre stato nei tuoi pensieri, nei tuoi racconti. Il vostro è stato un modello altissimo di amore: quello che non si spegne mai, che supera il tempo e la distanza. Conservo le lettere che ci siamo scritte. Ogni volta concludevi con la stessa frase: “Che Dio ti protegga e ti benedica”.

Sono certa che dietro ogni nostro traguardo, c’era un tuo Rosario sgranato, una tua preghiera silenziosa che ha portato frutto. Te ne sei andata come un’anima eletta, in un incontro profondo con la Madonna, che ti ha preso per mano e ti ha portata al Signore. Il dolore è grande, ma più grande ancora è la speranza. La speranza del Cielo, della vita che non finisce, della certezza che il tuo amore continua a vivere.

Marta Scotti