Un disastro ambientale di enormi proporzioni. Il carburante uscito in seguito all’assalto di una o più bande all’oleodotto che da Civitavecchia arriva all’aeroporto di Fiumicino, si sta trasformando in un incubo.
Per la salute delle persone che si trovano a respirare i miasmi del kerosene arrivato fin sotto casa attraverso canali, fossi e fiumi, e per tutto l’ecosistema del territorio della Riserva del Litorale Romano.
Forse non tutti si sono resi conto dell’impatto devastante di tutto quel fiume di carburante che ha riempito, da Palidoro a Fregene, la rete interna dei canali. Canali che irrigano i campi agricoli, che ospitano pesci, uccelli, che confluiscono ovunque e alla fine sfociano in mare. Dopo la moria dei pesci dei giorni scorsi, oggi hanno cominciato a morire, ricoperti dagli idrocarburi, i cormorani (nella foto quello ritrovato nel canale delle tre cannelle oggi), le garzette, le anatre.
E questo è solo l’inizio, quello che i nostri occhi vedono e i nostri sensi percepiscono. Ma quante specie saranno colpite e quante conseguenze ci saranno per l’ambiente?
Per la Riserva del Litorale Romano questo, a memoria, è uno dei colpi più duri e non basterà certo una squadra dell’Eni per risanare migliaia di ettari ormai contaminati.