"Giugno 2009. Piove. L’estate sull’Appennino deve ancora arrivare. Sono passati due mesi dalla scossa che ha raso al suolo l’Aquila e la sua provincia. Era il 6 aprile 2009. Le 3:32 del mattino. Pochi secondi, infiniti. Morti. Distruzione. Un attimo rispetto alla mole di ore, giorni, secoli che gli abruzzesi hanno trascorso in quelle case, in quelle strade, in quelle chiese. Santa Rufina. Roio Piano. Monteluco. Piànola. Fossa. San Demetrio né Vestini. Sant’Eusanio Forconese. Poggio Picenze. Onna. Borghi fino ad allora sconosciuti a molti. Poi tristemente noti a tutti. Rimasti come il terremoto li ha rimodellati, a propria immagine e somiglianza. Solo macerie, paesaggi immobili, cristallizzati. Il tempo è fermo come nelle fotografie.
2009-12-29