Che non potranno più utilizzare draghe manuali e idrauliche entro 550 metri dalla costa. Telline, vongole, cannolicchi, solo per rimanere al mare del litorale romano, di colpo sparirebbero dalle tavole. Al posto della deroga è arrivata una nota inviata dal Ministero delle Politiche agricole, firmata dal direttore generale Francesco Saverio Abate, al Comando generale delle capitanerie di Porto in cui si chiede di avere un “occhio di riguardo” nell’applicazione del nuovo regolamento: <<relativamente ai valori minimi di distanza dalla costa per le reti da traino e le draghe idrauliche si comunica che abbiamo richiesto le deroghe; invieremo indicazioni sui termini di applicazione delle suddette deroghe non appena concluso il procedimento>>. Se e quando arriveranno perché intanto il nuovo regolamento è in vigore e l’informativa del Ministero alle Capitanerie di Porto non ha valore giuridico: <<non possiamo obbligare gli organi di polizia giudiziaria ad ignorare una legge>>, chiarisce il dirigente della direzione generale della pesca. E poi, oltre al “buon rapporto” con le Capitanerie, chi potrebbe impedire alle motovedette di Guardia di Finanza, Carabinieri o Polizia di Stato di applicare le nuove norme e sanzionare i pescatori? Che potrebbero correre il rischio, nella migliore delle ipotesi per “pesca in zona vietata”, di vedersi comminare una multa dai 1000 ai 6000 euro, con sequestro del pescato a bordo e della stessa attrezzatura.
2010-06-01