L’edificio dove oggi ha sede la stazione dei Carabinieri di Fregene, negli anni ‘50 ospitava la pensione Fregenetta. C’è però da dire che la prima sede si trovava in una palazzina in via Mondello 24, oggi residenza estiva. Nel tempo sono stati fatti lavori di risanamento edilizio, ma è rimasto quasi totalmente nella sua versione originale. Entrando una grande tettoia copriva uno spazio dove in ogni ora del giorno e della sera tante persone si riunivano per consumare un pranzo, un tè, una cena. Particolare curioso un tamburo africano originale ricavato da un tronco d’albero svuotato riscuoteva l’interesse degli astanti. La buona cucina e la vegetazione esistente erano foriere di una piacevole atmosfera, favorita anche dal clima temperato dalla brezza di mare.
Molti i turisti tra i quali personaggi del mondo dello spettacolo cinematografico e letterario. Abitavano al Villaggio dei Pescatori, ma quel posto dal fascino ovattato dei luoghi di fine Ottocento, favoriva gli incontri e lì sono nate le sceneggiature di film capolavori indimenticabili del neorealismo italiano. Accanto all’ingresso attuale di viale Castellammare si possono scorgere tre piccole finestre che un tempo erano le vetrate della macelleria di Mario Montefoschi. Dinamico personaggio, romano de Roma, tifoso accanito e in prima linea della squadra giallorossa, tanto da apparire in alcune foto del Corriere dello Sport. Il suo negozio per l’epoca poteva offrire un’ampia gamma di carni e derivati. Come facesse a competere con la storica famiglia Bravi, tutti macellai da sempre e con varie attività, me lo chiedo spesso ma non trovo una risposta.
Tizio Pratibelli