A quattro anni dallo sversamento di cherosene che avvelenò le campagne di Maccarese, Riccardo Di Giuseppe, Mauro Grano e Alessandro Polinori hanno presentato domenica 4 novembre presso il Centro Habitat Mediterraneo Lipu di Ostia uno studio scientifico uscito sulla rivista Biologia Ambientale dal titolo “Impatto sulla fauna selvatica dello sversamento di cherosene (jet fuel) nei canali di bonifica della Riserva Naturale Statale Litorale Romano”.

Il fatto

Era la notte tra mercoledì 5 e giovedì 6 novembre 2014 quando si verificò un’ingente fuoriuscita di cherosene dall’oleodotto dell’Eni di Civitavecchia-Pantano nel Comune di Fiumicino. L’oleodotto, che corre lungo l’autostrada A12 Roma-Civitavecchia, collega fra loro i depositi di Civitavecchia e di Pantano di Grano. A causa di un’effrazione della condotta da parte di ignoti all’altezza delle paline 492 e 493 in località Palidoro e presso la palina 547 in località Maccarese, sono fuoriusciti dalla stessa oltre 50mila litri di carburante.

Lo studio

Il lavoro di Riccardo Di Giuseppe, Mauro Grano e Alessandro Polinori evidenzia come sia stato enorme l’inquinamento che ha provocato la morte di varie specie animali in qualche modo correlate all’ambiente acquatico. Il cherosene finito nell’alveo dei canali e fiumi oggetto di studio ha portato considerevoli cambiamenti all’ecosistema acquatico. “Senza dubbio i pesci sono stati il gruppo faunistico più colpito – si legge nel rapporto – sono state, infatti, recuperate almeno 500 tonnellate di pesce. Anche gli uccelli hanno risentito degli effetti negativi dell’inquinamento da cherosene. Gli uccelli e i mammiferi, imbrattati di carburante, a causa dello sversamento degli idrocarburi in acqua, sono andati incontro a cambiamenti fisici, biochimici e fisiologici che hanno portato alla morte. Le fasi di una contaminazione con sostanze oleose sono state due e ben distinte: imbrattamento e quindi intossicazione”.

Le conclusioni

Impressionanti e senza alibi le conclusioni dei ricercatori: “Lo sversamento di cherosene di origine dolosa  – si legge nel documento – è considerato un disastro ambientale senza precedenti all’interno della Riserva Naturale Statale Litorale Romano nel Comune di Fiumicino. Oltre 50mila litri di cherosene hanno raggiunto e si sono incanalati nella rete dei canali di bonifica di Maccarese provocando la morte di un’ingente quantità di animali. Il numero più elevato di questi è stato recuperato dai volontari delle associazioni ambientaliste Wwf e Lipu, per lo più nell’alveo del fosso Cavallo e nel canale Tre Cannelle. Il cherosene, finito nell’alveo dei canali e fiumi oggetto di studio, ha portato considerevoli cambiamenti all’ecosistema acquatico. Questo episodio – continua il rapporto – ha inoltre messo in luce le carenze operative nella gestione di questo tipo di emergenza ambientale e faunistica all’interno della Riserva Naturale Statale Litorale Romano. È auspicabile per il futuro, nei territori ove siano presenti impiantistiche di questo tipo e oleodotti adibiti al trasporto di prodotti idrocarburici, formare personale qualificato, specializzato e munito di attrezzature adeguate. Il 30 dicembre 2014 il Gip del Tribunale di Civitavecchia, Massimo Marasca, ha disposto il sequestro preventivo dell’oleodotto Civitavecchia-Fiumicino con divieto di utilizzo finché non saranno installati adeguati sistemi di controllo atti a impedire successivi reati; da quella data l’oleodotto Eni non è più entrato in funzione”.