di Giuseppe Miccoli
Mi fermo a fare benzina sull’Aurelia, sono solo e in ritardo, scendo dalla macchina per mettere i soldi nel Self Service e solo allora mi accorgo di una ragazza accovacciata tra le due colonnine del distributore. “Ciao”, la saluto e le dico “è freddo stasera”. Lei saluta e risponde che è vero ma che è lì da poco. Vedo degli occhi neri profondi, penso che non è lì per caso, mi dice che la colonnina dove debbo fare benzina è la due. Io intanto penso al freddo, al ritardo a lei che è lì da poco aspettando clienti. Mi giro e le dico: “Vuoi venire a teatro con me ho due biglietti e sono solo!”.
Mi guarda per un secondo come fossi un extraterrestre, poi di rimando mi dice: “Vuoi scopare”? Rido e rispondo: “no, non alimento il mercato del sesso di cui tu sei purtroppo schiava, volevo solo fare una cosa gentile per te stasera e toglierti per qualche ora dal freddo, da quel freddo che senti dentro ogni volta che sei costretta qui”.
Ancora più stupita, mi guarda, come se fossi sceso da chissà quale pianeta, nel frattempo arriva una macchina con due loschi figuri e ne scende una ragazza giovanissima, mi sorride anche lei con degli occhi grandi chiari, una bimba. In un attimo la prima mi dice: “non posso venire a teatro debbo lavorare guadagnare altrimenti mi menano”. Intanto parla con l’altra è credo che gli racconti del mio invito, mi sorridono con i loro occhi grandi, le saluto e vado via con una sensazione di freddo che aumenta sempre più.
Lo spettacolo è bello, ma penso a quelle ragazze schiave del sesso che non potranno mai andare a teatro perché qualcuno le picchierà, le brutalizzerà, le darà in pasto ad altri uomini che sfogheranno le loro frustrazioni e che non le porteranno a teatro.
Stasera vado a teatro…