Guido Visconti è morto da solo, nella sua casa sul lungomare di Fregene al Villaggio Mammolo. Lo ha trovato questa mattina alle 12.15 Maurizio Santoliquido che si era preoccupato perché al ristorante Da Gigi, da cui si riforniva sempre, non si faceva sentire da un po’.
“L’ultima volta gli avevo portato da mangiare un paio di giorni fa – racconta Maurizio – lo avevo chiamato ma al telefono non rispondeva, entrava sempre la segreteria telefonica ed era strano. Così questa mattina mi sono deciso, sono andato a casa sua. Sono entrato, l’ho chiamato ma non rispondeva, anche se la televisione era accesa. Quando sono entrato in camera l’ho trovato morto, steso sul letto”.
A quel punto Maurizio ha chiamato il 118 e quando l’ambulanza è arrivata i medici hanno fatto capire che dal rigore del corpo la morte doveva risalire a diverse ore prima, forse un paio di giorni. L’ultimo suo messaggio sui social risale al 15 aprile alle 2.15 del mattino, quando ha condiviso la notizia della nascita del “Sentiero dei parchi” tra le Alpi e l’Appennino. Chissà, forse nei sogni immaginava di poterne farne un giorno una piccola parte.
Chi lo ha visto negli ultimi giorni dice che non stava bene, aveva un forte tremore. I carabinieri della Stazione di Fregene intervenuti, hanno rintracciato i parenti più stretti, il fratello e la sorella che si trovano lontano, nel nord Italia.
Guido era un solitario: “Surrealista Pop, Esteta dell’Indecenza, Jazzista di Foto, Ottimizzatore Carsico, Dissacrante per Idoli”, si definiva nella sua pagina FB. Aveva un carattere chiuso, a volte scontroso, ma quando si apriva si capiva che non gli mancavano cultura e educazione. La sua fine ricorda quella di Marco Visentini, il “clochard buono”, entrambi hanno lasciato questo mondo a Fregene nello stesso modo.