Nel Comune di Fiumicino è ancora emergenza scuola: i casi di docenti e alunni positivi al Covid-19 costringono gli istituti del nostro territorio a ricorrere, ancora in forma massiccia, alla didattica digitale integrata. Già da qualche tempo, è emersa una situazione molto preoccupante che, probabilmente è lo specchio dell’andamento generale dei contagi in tutta Italia. La scuola naviga, sarebbe stato un bello slogan associato alla capacità di arrivare nelle case degli alunni per accompagnarli nel loro piano didattico anche nelle difficoltà di questo stato emergenziale e, invece, naviga, è vero, e per giunta a vista, nel mare tempestoso del Covid e delle sue varianti.

Dopo il caso che ha interessato da ultimo la scuola medie di Aranova, anche l’Istituto Comprensivo Maccarese, denota una serie di difficoltà ad adottare la didattica digitale: i rappresentanti dei genitori rivolgono “un accorato appello – si legge nella nota – affinché le istituzioni, scolastica e comunale, pongano la giusta attenzione alla problematica per cercare di risolverla in tempi rapidi, superando l’impasse che sembra bloccare la dirigenza scolastica difronte alle proposte giunte dalle componenti insegnanti e genitori, ma che sembrano non essere prese in considerazione senza, peraltro, produrre valide soluzioni alternative”.

“Abbiamo già avuto altre interruzioni delle attività didattiche in presenza negli ultimi due anni – sottolinea Virginio De Signoribus, Presidente del Consiglio d’Istituto dell’ IC Maccarese –  ma in questi ultimi giorni, soprattutto dopo la riapertura delle scuole dopo le festività natalizie, la scuola avrebbe dovuto garantire la didattica a distanza per bambini e classi poste in quarantena. Purtroppo, nella maggior parte dei casi non è stato così perché il corpo docente presente a scuola non riesce a portare avanti le lezioni, in termini di qualità e quantità, in quanto la rete wi-fi o ethernet non riesce a garantire la connessione simultanea di un numero significativo di alunni. Il rammarico di cui mi faccio portavoce è che, dopo ormai due lunghissimi e duri anni, durante i quali tutti a vario titolo abbiamo collaborato e ci siamo ripartiti il carico per limitare al massimo i danni di una situazione emergenziale, che all’inizio, è vero, ci ha colti del tutto impreparati, ci ritroviamo nel mese di febbraio 2022, sotto le macerie di un castello di burocrazia: la scuola avrebbe dovuto dotarsi di una propria organizzazione digitale, una sorta di indipendenza informatica capace sì di dotare alunni ed insegnanti di una propria identità scolastica, per ridurre al minimo i pericoli connessi all’utilizzo da parte di tutti gli attori coinvolti del proprio account personale, ma anche che potesse ben funzionare in ogni situazione, anche la più difficoltosa.

Sono state raccolte svariate segnalazioni sulla mancanza di performance della rete, forse perché inadeguata o incapace di reggere il carico di connessioni simultanee. Aggiornare le infrastrutture pubbliche richiede tempo, ma la problematica non la scopriamo oggi, e da ieri la scuola si sarebbe dovuta dotare di risorse tecnologiche in grado di connettere ogni singolo plesso con gli alunni a casa. Si stanno valutando tutte le possibili e migliori soluzioni per intervenire in breve tempo, al fine di potenziare la connettività della scuola, avendo, tra l’altro, i genitori dato la propria disponibilità ad acquistare direttamente un numero adeguato di device per garantire connettività tramite hotspot. Al proposito sono stati eseguiti dei test mirati a valutare la bontà della rete attraverso l’utilizzo di saponette e cellulari personali per comprendere quale linea e quale fornitore garantisse la miglior efficacia ed efficienza, ma ad una settimana di distanza dalle prove siamo ancora in una condizione di stallo”.

“Ma se la scuola – si legge nella nota dei genitori – avviasse un’indagine di mercato finalizzata all’acquisto di servizi di connettività internet, da qui ad avere una connessione funzionante, quanto tempo potrebbe ancora passare??? È evidente che l’emergenza legata alla pandemia è e sarà ancora lunga, e la componente genitori vuole sottolineare come gli unici che, in qualche maniera, hanno contribuito ad rendere il problema meno evidente sono stati i docenti, che hanno limitato i danni tamponando il problema attraverso l’utilizzo dei propri dispositivi o utenze internet domestiche facendosi così carico dei costi. Il tutto per poter quantomeno garantire lo svolgimento del monte ore fissato in 3 ore previste dal programma giornaliero e 15 settimanali.
Una legittima richiesta da parte della componente genitori che chiede risposte concrete e urgenti per restituire, adesso, ai propri figli il diritto allo studio garantito e il servizio che meritano… nulla di più”.

“Chi, a qualsiasi titolo – continua De Signoribus – gestisce il servizio pubblico offerto dalla scuola (per il quale noi cittadini contribuiamo onorandone il pagamento di tasse e balzelli) si deve rendere conto che a subire queste mancanze gravissime sono proprio gli alunni delle nostre scuole, insieme al corpo insegnanti che, costretto ad arrangiarsi anche con mezzi propri, ha cercato e cerca di portare avanti dignitosamente e con spirito di abnegazione il proprio lavoro. Noi genitori siamo molto soddisfatti dell’alta offerta formativa che la scuola punta ad assicurare, ma a tutto c’è un limite: il collegamento digitale non può saltare in ordine al traffico generato, e quando funziona non può subire continue limitazioni audio o video. Sono state sperimentate anche strade alternative, per verificare se il collegamento poteva migliorare, utilizzando anche hotspot personali forniti dai genitori stessi pur di non far venir meno un diritto garantito dalla nostra Costituzione, ovvero: il diritto allo studio. Come genitori ci chiediamo se è normale che dopo due anni in cui non si fa altro che parlare dell’emergenza Covid-19 e tutto quanto ad esso legato, anche DAD e DID, oggigiorno una scuola non abbia una linea internet stabile per garantire le lezioni ai suoi studenti e che le maestre per poter far lezione siano costrette a ricorrere alla loro dotazione personale per collegarsi con i ragazzi. Non sappiamo quanto questa emergenza durerà e quanto ancora verrà usata la DAD, chiediamo però che la problematica venga affrontata seriamente e tempestivamente, e non con vane ed inutili promesse. È in gioco il futuro dei nostri figli e il futuro del nostro territorio. Ora più che mai servirebbe una linea veloce e la conseguenza di questo deficit è l’impossibilità materiale di un insegnamento a distanza. Ci poniamo vanamente le solite domande: cosa fa la scuola? Il Comune è sollecitato nel mitigare questa carenza? È un problema di compagnie telefoniche? Non sono abbastanza gli interventi strutturali garantiti dai PON? I plessi sono dislocati sul territorio in posizione ancora troppo lontana dalle centraline di distribuzione della rete telefonica? E intanto, rincorrere le risposte a queste domande, quasi come un gioco sintetizzabile in uno scaricabarile di responsabilità o, peggio ancora, credere che non affrontare il problema, mettendo la polvere sotto il tappeto, servirà a far passare del tempo aspettando scenari migliori, lasciando ai nostri ragazzi un gap culturale che li penalizzerà per tutta la vita”.

“Ci auguriamo – concludono i genitori – che attraverso un dialogo costruttivo, la politica locale possa riuscire nella difficile sintesi di coniugare le esigenze legate all’emergenza sanitaria alla continuità delle attività scolastiche che non possono più fermarsi, fornendo il massimo supporto all’istituzione scolastica del territorio che però deve farsi, senza se e senza ma, parte attiva nell’attuare ciò che le disposizioni ministeriali impongono, anche oltre l’attuazione del Piano Scuola per la banda ultra larga”.