I colori mediterranei concordano con il suo sangue, metà siciliano e metà pugliese, ma don Giuseppe Curtò in realtà è originario di Magonza, in Germania. È lì, infatti, che era emigrata la sua famiglia, ed è nella città tedesca che lui è nato il 19 ottobre 1985. Fino a 20 anni, la sua è stata una vita come tante altre: la scuola, la famiglia, gli amici, poi anche un buon lavoro come caporeparto in una fabbrica locale, la macchina, i divertimenti, talvolta qualche eccesso.
“Non mi mancava nulla, avevo tutto ciò che ogni ragazzo può desiderare – racconta il sacerdote – eppure è stata proprio l’esperienza dolorosa di un giovane laico a cambiarmi per sempre la vita”. In quel periodo, don Giuseppe aveva iniziato a frequentare Vito, un ragazzo molto malato e profondamente credente.
“Nonostante la sua salute malferma, che lo avrebbe portato presto alla morte – aggiunge – lui aveva una profonda felicità interiore che io non mi spiegavo e che nel giro di qualche mese mi mandò completamente in crisi. Iniziai ad accompagnarlo alla Messa, ma presto quel rapporto intimo con Dio diventò una mia personale esigenza, tanto da spingermi a intraprendere un percorso vocazionale”.
Nel corso di un viaggio in Italia nel 2007, don Giuseppe aveva conosciuto la comunità religiosa Taddeide di Riano, alle porte di Roma; è proprio lì che è iniziato il suo percorso di ricerca della sua vocazione. Dopo sono seguiti gli studi teologici presso il Seminario di Anagni, che lo hanno portato a diventare sacerdote il 29 giugno 2017.
Da allora don Giuseppe è stato per qualche tempo collaboratore parrocchiale a Cesano, poi viceparroco a Ladispoli nella parrocchia del Santo Rosario. Tra gli altri incarichi, don Giuseppe è anche assistente diocesano dell’Azione Cattolica Ragazzi e vicedirettore dell’Ufficio Catechistico di Porto-Santa Rufina. Una serie di responsabilità che ha portato avanti con entusiasmo e competenza, ma anche con l’energia di un giovane sacerdote motivato e convinto della sua missione ecclesiale.
Ne parliamo su queste pagine perché, a partire dal 1° settembre 2022, don Giuseppe Curtò sarà il nuovo parroco di Fregene. È anche l’occasione per ringraziare per il suo operato don Massimiliano Claro, che per 5 mesi è stato il pastore della comunità locale in sostituzione di don Antonio Piro, mancato a fine marzo. Don Massimiliano passerà a guidare la vicina parrocchia di San Giorgio a Maccarese, ma ci saranno i presupposti per intraprendere una forte collaborazione fra le realtà parrocchiali del territorio. Infatti, il vescovo mons. Gianrico Ruzza ha affidato ai due sacerdoti la propria parrocchia dove vivranno durante la giornata, ma don Giuseppe e don Massimiliano, insieme ad altri due sacerdoti, abiteranno insieme nella grande canonica di Maccarese. Sarà un modo nuovo di tornare “in famiglia” la sera e, dopo le fatiche quotidiane, trovare qualcuno con cui condividere le gioie e le preoccupazioni, i progetti per le rispettive comunità.
Chiediamo al futuro parroco di Fregene quali saranno le sue priorità, una volta che prenderà possesso della parrocchia che gli è stata assegnata. “Inizialmente – spiega don Giuseppe – l’urgenza per me sarà quella di conoscere le persone e il territorio di Fregene, voglio venire qui e ‘stare’ per darmi il tempo di comprendere come servire al meglio questa comunità. Le persone vengono sempre prima di qualsiasi progetto. Le iniziative vanno pensate e realizzate insieme, perché è tutta la comunità, e non solo il sacerdote, che deve diventare testimone credibile della gioia del Vangelo”.
Ultima curiosità: don Giuseppe è anche un appassionato di bici, non ci stupiremo allora vederlo girare per la località balneare su due ruote!
Elisabetta Marini