Caro direttore, prendo spunto da un episodio capitato oggi al Pewex di Fregene. Un ragazzo entra nel supermercato a torso nudo. Alla mia richiesta a cui si è unito un altro incredulo e infastidito cliente se quel comportamento fosse per loro normale i responsabili del supermercato hanno risposto, molto pigri e svogliati, di si. Il degrado viaggia su un piano inclinato.
Dapprima lento e silenzioso si manifesta in episodi sporadici e isolati di maleducazione. Magari ancora frenato da una sanzione morale di chi te lo fa notare e ti impone una riflessione e magari un po’ di sana vergogna. Poi però se non contrastato da forze uguali e contrarie, educazione, senso civico, buona amministrazione, cura e decoro, allora prende velocità.
La maledizione diventa endemica è diffusa, direi accettata e a volte emulata per proprie piccole comodità. Il parcheggio in doppia fila o su una curva, nel parcheggio disabili, l’incuranza dell’altro in ogni suo aspetto, essere tracotanti e invadenti senza freni. Si manifesta ancora nel menefreghismo verso la cosa pubblica, nel convivere con la sporcizia fisica e a volte morale.
Si manifesta nella perdita di freni inibitori, nel gridare, spingere, non curare il proprio aspetto, magari imporre agli altri il proprio girare a torso nudo in luoghi pubblici o addirittura nei locali pubblici.
Un rotolare senza fine a cui ci si cerca di sottrarre evitando certi luoghi, orari o cercando di non vedere per non soffrirne perché oramai consci di non potervi porre freno data la sua accettazione comune. Ci si condanna alla tristezza e alla delusione senza più combattere. Rassegnati.
Andrea Guizzi