L’implantologia, cioè la tecnica dentistica per inserire dei denti fissi nell’osso, è necessario che ci sia abbastanza osso. Ad oggi infatti è possibile avere dei denti come nuovi e permanenti a qualsiasi età, però non si possono negare dei problemi che dipendono dalla quantità di osso disponibile.
Nel momento in cui un paziente ha un osso sottile, come capita nelle persone che hanno più di 60 anni, oppure che hanno subito dei traumi ossei, in cui ci sono dei punti di calcificazione, è necessario fare interventi specifici. Cosa vogliamo dire? Praticamente è necessario sottoporsi a degli interventi chirurgici per aumentare la quantità ossea che serve come appoggio e fermo per il perno.
Prima di passare alle operazioni da subire, che sono poco invasive, riassumiamo come inserire un impianto dentale. Le tecniche oggi sono cambiate rispetto a 30 anni fa. Il perno è una vite di acciaio o titanio (materiali che sono anallergici e tollerati dall’organismo), che viene fissata nell’osso. Quest’ultimo viene bucato con il trapano e quindi si inserisce il perno. Nel corso delle settimane l’osso andrà a saldarsi e a guarire attorno al perno immobilizzandolo. Sopra il perno si fissa poi la capsula che è uguale al dente originale, sia nella forma che nella colorazione.
Dunque vediamo che è importantissimo avere una buona porzione e quantità di osso.
TECNICHE RIALZO: LATERALE E CRESTALE
Uno degli interventi tipici per avere finalmente l’impianto dentale perfetto è il Rialzo del setto mascellare. La mascella è la parte la parte inferiore del cranio, vale a dire quella che si muove. Purtroppo è persino la componente che spesso ha poco osso. Alle volte la carenza ossea dipende da cause di età o traumi ed altre volte è genetica.
Le tecniche di inserimento di tessuto osseo avvengono con due tecniche, la prima è quella laterale e l’altra è crestale. La prima avviene accedendo dalla cavità del seno mascellare, lateralmente, aprendo una piccola fessura nella gengiva. Qui si inserisce dell’osso o, in alternativa, del biomateriale. Il biomateriale è compatibile con ogni persona e viene usata comunemente per ridurre i costi oppure per evitare al paziente ulteriori operazioni per estrarre osso da altre parti della bocca.
La seconda tecnica invece è quella crestale, vale a dire che si apre una fessura nella mascella nella parte frontale della mascella ed è un intervento poco invasivo, quindi senza effetti collaterali.
Intervento: quando dura e tempi di guarigione
Gli interventi di rialzo della mascella durano, di media, 60 minuti. Per la guarigione invece occorrono 30 giorni poiché è necessario controllare che non ci siano rigetti o infezioni. In questi giorni si deve cercare di controllare il proprio stile di vita. Vietato fumare e bere o mangiare alimenti caldi o molto freddi. Occorre una corretta igiene orale, ma senza esagerare. Ci sono dei controlli medici settimanali per verificare che non ci siano delle infezioni in corso. Ovviamente la terapia di post intervento richiede l’uso di antibiotici e antinfiammatori. Nelle prime settimane, per evitare che ci siano dei dolori acuti per l’incisione gengivale, ci sarà anche l’impiego di antidolorifici, sempre sotto controllo medico-dentistico.