Si è concluso con un clamoroso successo il secondo ciclo di spettacoli della rassegna E . . . State al Wood presso il Parco Avventura di Fregene per la direzione artistica dell’attrice Claudia Campagnola.
Il solidissimo trio Favete Linguis, composto da Emanuela Fresi, Toni Fornari e Stefano Fresi (per l’occasione rinforzato dalla voce e dal Sax di Cristiana Polegri), ha intrattenuto il numeroso pubblico accorso, posti esauriti da giorni con neanche uno strapuntino o un ‘ciocco’ di albero libero, cantando, giocando e prendendosi amabilmente in giro.
Numerosi gli sketch che si ispiravano a quelli delle parodie del Quartetto Cetra, rappresentando un bell’omaggio al gruppo italiano famosissimo nella seconda metà del secolo scorso. Ma anche una capacità non comune di interagire mettendo in risalto una volta le doti canore di Emanuela, un’altra l’ironia e la bravura del fratello Stefano, musicista prestato al mondo del cinema, e ancora le doti da Pigmalione di Toni, attore-regista-scrittore da anni ai vertici della scena teatrale romana e non solo.
In alcuni momenti sembrava di assistere a uno spettacolo di quelli che fecero grandissimi Tullio Solenghi, Massimo Lopez e Anna Marchesini negli anni “80.
Se poi è risultata esilarante la versione da attore smemorato con suggeritore disattento del Giulio Cesare di Shakespeare recitato con accento marchigiano da Fornari (qui la citazione va a Proietti con la sua Signora delle Camelie), addirittura straordinariamente delirante la versione in multi lingue de La Vasca di Alex Britti con Stefano Fresi che ha fatto letteralmente sbellicare dalle risate usando un dialetto sardo stretto di difficile comprensione e di facilissima presa.
E Emanuela? Strepitosa quando ha omaggiato la musica americana d’antan liberando le sue corde vocali in un acuto da far vibrare le piante del bosco attiguo. Il tutto rispettando rigorosamente le disposizione di legge di questo periodo sul distanziamento e offrendo, e Dio solo sa quanto ce n’ è bisogno, una validissima alternativa anche culturale a chi limita le uscite estive a inseguire aperitivi e movida.
Lorenzo D’Angelantonio