Inginocchiarsi è un atto sacro, non un atto di sottomissione ma di comprensione profonda del sacro che ci circonda e del sacro che è dentro di noi.
Caro studente di Lucca o di ogni altro angolo d’Italia, nel tuo “delirio di onnipotenza” stavi facendo fare al tuo insegnante un atto di una sacralità infinita, il tuo insegnante lo sapeva e sai perché? Perché lui è un insegnante, e compie ogni giorno questo atto, quando viene in classe a genuflettersi davanti a te e ai tuoi amici, a cui manca completamente il senso di questo sacro e il rispetto verso una classe cioè gli “insegnanti” che ogni giorno con amore tengono in vita un patto sacro, che è quello di “educare te”.
Mi fermo qui. E penso che tu e altri come te dovrebbero inginocchiarsi, genuflettersi, prostrarsi, non servono le tue scuse finte, se non ne sei consapevole. Se i tuoi genitori non sapranno farti comprendere la gravità del gesto, avremo veramente fallito tutti, la comunità deve essere una comunità educante, non giudicante.
Ma tu caro delirante studente devi inginocchiarti innanzi a ogni insegnante che incontrerai sulla tua strada senza se e senza ma.
Stiamo distruggendo quel patto sacro che era l’educazione. Io mi inginocchierò, perché per me la sacralità dell’insegnamento va omaggiata sempre sempre sempre.
Riflettiamo #IoStoConGliInsegnanti.
Giuseppe Miccoli