Dai! Alziamoci! Mi sollecita ad alzare i tacchi e lasciare il caffè dove eravamo seduti. Meno male! penso. Mi stava annoiando la conversazione. “Ti ricordi il viaggetto verso la campagna per cercare una po’ di privacy, eh? te lo ricordi? è la stessa strada che stiamo facendo”. Sicuro? rispondo perplessa. Io tutte quelle curve non me le ricordavo. “Hai dimenticato, vedi come passano le cose”? “Senti bello mio è passato il tempo ma non tanto da farmi rincoglionire al punto di non riconoscere i paesaggi delle mie parti.. ma dove cavolo stai andando”? “In effetti mi sembra di aver sbagliato strada”. Appunto. Arriviamo su una specie di radura e lui scende dalla macchina da fricchettone a sgranchirsi le gambe. Anch’io esco e mi appoggio al cofano e poi lo guardo maliziosa. Ora voglio vede’ che fai, penso. Lui ride, si avvicina, si allontana, mi accarezza una spalla, io sbatto gli occhietti da civetta e lui apre la bocca per dire questa cavolata: “sai che hai perso l’accento del paesello? Sei un’altra persona, sei… “So’ una strafiga gli rispondo e te ne sei accorto solo ora”. Neanche gli avessi tirato un secchio di acqua gelata. Muto come un pesce. Anzi boccheggiava come il pesce. Gli mancano le parole non sa come togliersi la patata bollente dalle mani. Poi con voce strozzata “Ho mai negato questo? Se non eri bella non mi sarei fidanzato con te. A me piacciano le donne belle”. “Sì, per la tua collezione”. “Adesso che hai da recriminare? L’amore va e viene poi torna”.. “Ecco hai detto la parola giusta devo tornare a casa”… Marito geloso? Risponde. “Intelligente o distratto ancora non l’ho capito”. Risaliamo in macchia e lui promette di volermi incontrare di nuovo, presto, perché deve chiedermi tante cose e a bruciapelo mi schiaffa in faccia “ma tu mi hai mai tradito?”.
(continua…)