Cosi va in archivio anche il secondo appuntamento di E . . . state al Wood, rassegna a cura dell’associazione Rondini per la direzione artistica di Claudia Campagnola.
Uno spettacolo scritto insieme a Manuela D’Angelo che ha visto sul palco il bravo musicista e cantante romano cimentarsi in un percorso da “cantastelle” che lo ha visto interpretare con bravura pezzi di autentici fuoriclasse della musica italiana da De Gregori a Pino Daniele, da Baglioni a Lucio Dalla, da Zucchero a Fiorella Mannoia fino a Renato Zero, De André (cantato a cappella)e altri ancora.
Con una disinvoltura inaspettata anche nel legare le varie storie da artista di strada che all’inizio sembrava muoversi nel solco della tradizione di mostri sacri come Ettore Petrolini o Gilberto Govi, e, man mano, approdare a una recitazione per monologhi cara a talenti come i contemporanei Marco Paolini o Ascanio Celestini.
E se non sono state due ore di “momenti di trascurabile felicità”, Andrea è riuscito a regalare al pubblico, che ha mostrato gradire, attimi di benefica distrazione. Sarà un caso, ma la crisi di astinenza che ha costretto gli artisti (e tra questi i teatranti forse i più penalizzati) al digiuno da palcoscenico, porta chi si esibisce a dare un surplus agli spettatori quasi a volerli virtualmente abbracciare e ringraziare per averli finalmente ritrovati ai piedi di un palcoscenico che grazie a Dio ricomincia a essere calpestato.
Bravo Andrea, hai dimostrato se ce ne fosse bisogno di non avere… le spalle strette. Davvero una bella sorpresa e al primo impatto dai la sensazione di essere anche una bella persona. Torna a trovarci.
Lorenzo D’Angelantonio