Ogni martedì in ospedale pomeriggi dedicati alla musica, a dicembre concerto con la William School Music. “Non esistono muri in grado di fermare la Musica, neanche quelli dell’Ospedale”: questo lo slogan scelto dalla UOC Riabilitazione e Centro Spinale del Centro Paraplegici “Gennaro Di Rosa” di Ostia per promuovere la seconda edizione di “Laboratori Musicali”, dedicati a pazienti e utenti della struttura ospedaliera.
“L’iniziativa – spiega Lucia Di Palma, logopedista da diversi anni al CPO di Ostia e anche esperta musicista e pianista – nasce dalla consapevolezza che la musica non è una medicina, ma può rappresentare un valido strumento di cura, socializzazione e inclusione anche all’interno di un ospedale. Lo scorso anno abbiamo avviato insieme ai nostri pazienti una sorta di esperimento laboratoriale, coinvolgendo una volta a settimana un gruppo di più di dieci persone. Curiosi, appassionati o semplicemente pazienti che avevano voglia di mettersi alla prova con uno strumento. Il successo del progetto ci ha spinti a rinnovare i Laboratori di Musica anche quest’anno.
Siamo partiti con un primo incontro la scorsa settimana con l’obiettivo di rivederci ogni martedì alle 15.30 al piano terra del CPO in una stanza dedicata e continuare il nostro viaggio musicale fino all’inizio dell’estate. Per la seconda edizione abbiamo deciso di organizzare a dicembre anche un concerto, in collaborazione con la William School Music, prestigiosa scuola di musica della Capitale. Una vera e propria esibizione che vedrà uniti allievi e insegnanti della William School Music e i nostri pazienti, che hanno già aderito con entusiasmo alla proposta”.
“Portare l’arte, e in questo caso la musica – fa notare Francesca Milito, Direttore Generale Asl Roma 3 – in un luogo di cura ha degli effetti benefici prima di tutto sui degenti, diminuendo il livello di stress legato alla malattia e al pensiero di dover affrontare un percorso di cura. Allo stesso tempo, la musica agisce positivamente anche sul personale sanitario. Duplice, dunque, il motivo che ci ha portati a replicare l’iniziativa, allargandola addirittura al canto. Il primo compito di un’azienda sanitaria è assicurare i servizi necessari e le migliori cure ai cittadini; ma credo anche che l’ascolto e l’insegnamento della musica possano davvero essere terapeutici se aiutano i pazienti ad abbattere la solitudine, il silenzio e i muri dentro i quali ci si ritrova ogni volta che si entra in un ospedale”.
Fonte: Asl Roma 3