La situazione di grave difficoltà in cui si trovano i 45 dipendenti della cooperativa, che dal primo luglio rischiano di ritrovarsi in mezzo ad una strada, si riflette sulle condizioni in cui si trovano i presidi, Nucleo di Cure Primarie di Fregene compreso (nelle foto). “La situazione parte da lontano con una lunga serie di tagli agli stipendi che oggi sono circa 600 euro al mese per ogni dipendente – racconta il sindacato Usb – nel 2006 – il Consorzio delle Cooperative (Cns) vince la gara d’appalto per la pulizia dei presidi dell’Asl Roma D. Il Cns lo assegna poi alla Cooperativa 29 Giugno. L’appalto viene assegnato decurtando però la pulizia dei codici rossi (sale operatorie, pronto soccorso) e i codici arancioni (ambulatori medici, sala prelievi, sert), i più pagati a metro quadrato, che viene equiparata alla pulizia degli uffici, con un risparmio di 1milione di euro. L’appalto, della durata di 3 anni, scade nel 2009. E qui inizia una lunghissima serie di proroghe. A ogni proroga segue uno sconto richiesto e ottenuto dalla dirigenza dell’Asl Roma D che naturalmente va a pesare sulle spalle dei lavoratori che accettano straordinari ed extra senza retribuzioni. Nel 2011 viene accettato un ulteriore sconto del 10 per cento, circa 135mila euro, che viene coperto con una riduzione dell’orario di lavoro per la pulizia degli uffici e ad agosto con la prima cassa in deroga del 25 per cento. Cig che doveva terminare a dicembre 2011 e invece viene prorogata anche per tutto il 2012. Ad agosto viene poi indetta dalla Asl Roma D una gara interna per un appalto semestrale da 300mila euro. L’appalto rimane alla Cooperativa 29 GIUGNO, scadenza 30 aprile 2013, con ulteriori tagli del 40 per cento e nuova cassa in deroga poi prorogata fino al 30 giugno. Pena il licenziamento per 18 operai. Licenziamenti impossibili da attivare visto che siamo già sotto organico e in 45 copriamo 48 presidi dell’Asl Roma D che va da Testa di Lepre a Ostia, passando per Magliana, Ponte Galeria e zona Portuense. Il 30 giugno – continua il sindacato – scadrà la nuova proroga. La nostra cooperativa ha già minacciato di andare via se non verrà rivisto e aumentato il budget. Noi viviamo in un limbo. Oggi prendiamo circa 600 euro al mese e si vuole ancora tagliare. Ma come si fa? E in più i presidi rimangono sporchi, ci sono decine di reclami e denunce. La situazione igienico sanitaria è insostenibile e prima o poi causerà qualche danno gravissimo. La giustificazione di tutto ciò è la “spending review” e il livellamento dei prezzi da parte dell’osservatorio, dove la Asl ha attivato il prezzo più basso consigliato. La Asl Roma D fa cassa con i soldi dello Stato e gestisce come vuole, ha stravolto un capitolato, mette a repentaglio la salute dei cittadini. Aver equiparato la pulizia delle sale operatorie agli uffici implica poi, per legge, una serie di procedure, sia come prodotti che come attrezzatura che non vengono rispettati, perché la Asl risparmia sulla pelle dell’utenza, del personale e dell’operatore. Siamo 45 famiglie sull’orlo della disperazione. La nostra soluzione si chiama internalizzazione. Eliminerebbe le ditte appaltatrici risparmiando molti soldi, garantendo uno stipendio dignitoso agli operatori e ancora più importante eliminando ogni tipo di possibile corruzione”.