Uno squalo a Passoscuro. La voce ha cominciato a diffondersi ieri all’ora di pranzo. Poco prima, intorno alle 12.00, un’imbarcazione a motore lo aveva incrociato a 600 metri di distanza dalla riva durante una battuta di pesca. Un esemplare di almeno 2 metri con la classica pinna scura sul dorso che affiorava dall’acqua. La barca si è fermata e lo ha seguito riprendendolo con un video a distanza ravvicinata. Nelle immagini lo squalo nuotava nell’acqua spostandosi lentamente verso il largo: «Uno squalo a Passoscuro», sottolineava con ironia la voce di chi girava il video mostrando come effettivamente la sua spiaggia si trovasse a pochissima distanza.
Le riprese arrivavano a stretto giro a Valerio Manfrini, biologo del Centro Studi Cetacei Onlus il quale, pur non potendo averne la certezza considerate le immagini, ipotizzava che si trattava sì di una verdesca o Prionace glauca, quindi uno squalo ma dei meno pericolosi per l’uomo. Presente nel Mediterraneo e in pericolo di estinzione, mediamente raggiunge i due metri, ma può arrivare anche a quattro: «Non è pericoloso per l’uomo – assicurano i biologi – attacca solo se è spaventato e si sente in pericolo».
Intorno alle 15.00, quando tutti pensavano che lo squalo avesse preso il largo, è stato avvistato a soli 50 metri dalla riva all’altezza del Pelota Beach di Passoscuro. Non che ce ne fosse bisogno, ma a quel punto le Forze dell’ordine hanno consigliato per precauzione ai bagnanti di non avvicinarsi in acqua. «In genere non arriva vicino alla spiaggia – spiegano al Centro Studi Cetacei – o stava inseguendo una preda oppure non sta bene. Magari ha ingerito plastica o una lenza, altrimenti è stato colpito da qualcosa».
E in quest’ultimo caso resterà vicino alla riva. Sul litorale romano c’è un precedente recente, il 9 marzo del 2017 ad Ostia davanti allo stabilimento Zenit, una verdesca finì agonizzante sulla riva, dove morì poco dopo, per essere stata infilzata da un pesce spada durante una lotta.