Caro sindaco,
ho appreso in queste ultime ore, confrontandomi con alcuni miei concittadini, le difficoltà che stanno incontrando i genitori di tutti quegli studenti che, entro il 31 gennaio prossimo venturo, dovranno presentare domanda d’iscrizione presso gli istituti di scuola media superiore, in particolare presso i licei.
Da quanto è emerso si tratta di una vera e propria emergenza che investe tutte le strutture: il liceo Leonardo da Vinci di Maccarese è praticamente “sold out” già dallo scorso anno (quando, all’ultimo minuto, si intervenne per sanare la situazione creando classi liceali presso la succursale dell’istituto Paolo Baffi, di via Giorgio Giorgis); stessa questione per quanto riguarda gli istituti del X Municipio, dove già da qualche anno, gli studenti di Fiumicino non riescono ad accedere.
L’unica soluzione per gli studenti di Fiumicino sarebbe iscriversi nei licei della Capitale, con tutte le difficoltà e i sacrifici del pendolarismo per loro stessi e per le loro famiglie. Ad oggi i genitori di questi ragazzi, dei nostri ragazzi (perché possono essere i figli e le figlie di chiunque di noi), stanno vivendo un periodo di forte preoccupazione, senso di smarrimento e abbandono da parte delle istituzioni, le quali appaiono cieche e sorde davanti a questo assurdo scenario. Mettere in dubbio il diritto allo studio di questi ragazzi è da irresponsabili, costringerli a un sacrificio che li vuole in continuo movimento verso Roma, lo è altrettanto.
Quello allo studio e alla formazione è uno dei diritti fondamentali e inalienabili dell’uomo, previsto non soltanto dalla nostra Costituzione, ma anche dalla dichiarazione internazionale dei diritti dell’ONU ed è tra gli obiettivi dei governi di qualsiasi colore, che devono investire nello studio, nella cultura e nella ricerca, come ricordato anche nel discorso di fine anno del Presidente della Repubblica Mattarella. Sicuramente il comune di Fiumicino non può esimersi da questo dovere.
Come consigliere di questo Comune, ma soprattutto come padre, non posso rimanere indifferente a questo grido di aiuto, ritenendo sia un mio preciso dovere sostenere questo diritto. A tal fine mi batterò nelle opportune sedi, proponendo con urgenza un Consiglio straordinario a cui far partecipare anche i rappresentanti della Città Metropolitana, per trovare una soluzione nell’immediato.
Oramai sono quasi trent’anni che il nostro Comune ha deciso (con il referendum) di avvalersi dell’autonomia amministrativa distaccandosi da Roma e credo sia ora di pensare e di agire in tal senso, non scaricando per comodità, competenze su altri enti territoriali.
Nel caso in questione, occorre programmare la realizzazione di nuovi istituti, per garantire una risposta efficace alla crescente domanda di didattica di un Comune che vanta 80.500 abitanti circa, in continua crescita demografica, in controtendenza con le medie nazionali. Sebbene la programmazione in tal senso sarebbe dovuta esser messa in atto anzitempo, ormai è giunto il momento di affrontare, senza altre reticenze, la questione.
Altra questione che investe direttamente la qualità della vita dei nostri cittadini riguarda la carenza di strutture ospedaliere, in considerazione della enorme quantità di persone che vive e lavora anche nelle aree limitrofe come quella del vicino aeroporto intercontinentale, dove tra dipendenti e viaggiatori, ogni giorno si contano migliaia di persone e dei vicini centri commerciali, tra l’altro ultimamente anche in espansione. Ritengo, che fra queste infrastrutture sanitarie, sia urgente e necessario potenziare il poliambulatorio di via Coni Zugna con un Pronto Soccorso all’altezza di una Città in espansione. Ad oggi l’impegno straordinario del personale medico e paramedico ha permesso di supplire a questa carenza strutturale, ma è necessario intervenire.
In questo quadro di programmazione di strutture necessarie non si può escludere la viabilità e, dunque, le infrastrutture viarie che permettono lo spostamento di uomini e mezzi all’interno dell’area cittadina e di tutto il vasto Comune di Fiumicino: la chiusura del viadotto dell’aeroporto e a seguire quella del ponte della Scafa, sono due esempi di questa realtà poco edificante, così come quelle riguardanti la questione viabilità di alcune zone nevralgiche di Fiumicino, quali l’incrocio di via Trincea delle Frasche con via della Scafa e via Monte Cengio, dei quali non si parla da tempo.
Concludo affermando che il mio compito di politico e di consigliere eletto sia di ascoltare i miei concittadini e farmi portavoce delle loro istanze e necessità soprattutto nelle situazioni in cui le Istituzioni appaiono latitanti o reticenti all’ascolto.
C’è bisogno di andare oltre le logiche di partito, oltre le battaglie ideologiche, oltre i personalismi che nulla hanno a che vedere con le reali necessità con cui i cittadini devono confrontarsi nel quotidiano. È necessario convergere sull’idea di una gestione della ‘cosa pubblica’ che sia alla stregua di quella esercitata dal buonsenso e dall’oculatezza del buon padre di famiglia e risolvere queste questioni che riguardano lo sviluppo della città e il futuro dei nostri giovani.
Il consigliere Mario Baccini