I due ragazzi salvati, al centro il bagnino Pedro

È successo ieri pomeriggio al Villaggio dei Pescatori. Sulla spiaggia libera tra il Singita e il Kiosco si è formato una grande buca, una di quelle vere che quando c’è mare grosso tirano dentro pure il pattino. Erano le 18.30, l’ora in cui di solito gli assistenti bagnanti cominciano a portare su il “rullo” e tutte le altre dotazioni di sicurezza, stralunati da una giornata di vento che soffia di continuo sulla faccia.

Ma ieri non si poteva perché a un certo punto due giovani decidono di entrare in mare. Lui è un italiano, lei una coreana, due ragazzetti poco più che ventenni. Il bagnino del Singita, Oziel Sobreira, detto Kel, fischia. Ma loro non si fermano, forse nemmeno sentono perché il libeccio rimanda il suono al mittente.

Sono in acqua, non sanno niente delle buche, delle correnti e forse nemmeno tanto del nuoto per come si muovono in mare. Due prede perfette. Pochi secondi e vengono risucchiati dalla corrente. Non toccano più, annaspano, la riva si allontana in fretta. Lei si spaventa, va giù e comincia a bere. Lui resiste meglio ma è in difficoltà.

Hanno fortuna, non sempre capita quando fai il bagno in una spiaggia libera. Il bagnino del Kiosco, Pedro Pascariu con esperienza decennale, si accorge subito di quello che succede. Fa scivolare il pattino in mare, supera le prime onde e con poche remate è dalla ragazza. Si avvicina, nonostante le onde alte, riesce a lasciare per qualche secondo i remi e a tirarla sulla piattaforma.

Nel frattempo il bagnino del Singita, Oziel, arriva dietro di lui nuotando sopra la tavola da surf e fa attaccare il ragazzo. Poi i due assistenti lo caricano sul pattino insieme alla ragazza. Pedro aspetta l’attimo giusto e gira il pattino, si torna a riva, stavolta spinti dalle onde, con tanto di applauso all’arrivo del pubblico presente.

Un finale lieto, mai scontato in riva mare, dove tanti giovani non hanno avuto  la stessa fortuna. La ragazza anche oggi ha chiamato al telefono i suoi “angeli custodi”, pagati sì per fare questo lavoro ma quando salvi una vita umana la professione assume l’aurea della missione.

Come sempre c’è una doppia morale, da un lato i complimenti ai nostri bagnini, sempre attenti e pronti a intervenire anche al di fuori della loro area di competenza. Ma maggiore attenzione dovrebbero fare anche i bagnanti, se l’assistente fischia è sempre bene rimanere sulla riva. Perché in mare, come diceva qualcuno, non ci sono taverne…