Il maestro Enrico Grisoli scrive un suo giudizio dopo la partecipazione della Asd Centro Taekwondo Ostia-Fregene agli ultimi Campionati italiani juniores.
Questo articolo parrà strano…perché, di norma, si tende a enfatizzare sempre le prestazioni dei propri Atleti ma la mia onestà intellettuale mi impone d’essere super parte e dire le cose come stanno: sempre!
Sono sempre in contrasto con chi “vede quello che non c’è” e “non vede quello che c’è”, e così facendo tende a giustificare unilateralmente ciò che ne scaturisce da alcune prestazioni degli Atleti.
Essendo stato per anni il Commissario Nazionale Gare; sarà la mia deformazione professionale a farmi essere così? Forse si! Essere assolutamente imparziale verso tutti e avere una visione più distaccata e non di parte, è per me elemento fondamentale per essere sempre obbiettivi e corretti verso tutti. (anni fa fui io a ordinare a un ufficiale di gara di ammonire mio figlio al primo incontro del Campionato Italiano, per aver semplicemente messo un giro di scotch al bordo dei pantaloni – andava di moda – ma: NON SI FA! Punto).
Le regole le fa la Federazione, gli Atleti devono fare gli Atleti e rispettarle!!! Punto – E i genitori è meglio che facciano SOLO i genitori risparmiandosi commenti che non hanno fondamento di obbiettività.
Al contrario, invece, tendo a giustificare e anche a consolare chi è abbandonato/a dalla fortuna e/o deve cedere all’avversario/a più bravo/a, ma almeno c’ha provato in ogni maniera a batterlo/a nel rispetto delle REGOLE.
Nel nostro sport ci vogliono doti particolari perché abbiamo davanti chi vuole metterci al tappeto. Quindi ci vogliono grinta, capacità tecniche, coraggio, determinazione, astuzia, volontà, senso tattico e anche un po’ di fortuna: come in tanti altri sport. Come nella vita.
Ma quando si è in palese inferiorità sull’altezza e sulla massa muscolare, allora le cose si fanno davvero difficili pur avendo a disposizione tutte le qualità che ho elencato sopra. Ma si può fare; basta crederci e allenarsi di più.
Per questi motivi non sono affatto soddisfatto dei risultati ottenuti da qualcuno/a che ha preso medaglia; perché poteva ambire a molto altro ma, invece, s’è accontentato/a proprio solo della fortuna e c’ha messo ben poco di suo e se non si ascolta il coach (maestro) questo capita!!!
Le medaglie:
Argento: Irene ( la enorme differenza di altezza, a suo favore, avrebbe dovuto darle la carica per correre verso l’oro e invece s’è fatta battere in finale da una ragazzetta di almeno 15 centimetri più bassa ma con la grinta necessaria e indispensabile per praticare questo sport).
Bronzi: Rebecca (espulsa in semifinale per aver colpito l’avversaria prima del via dell’arbitro). E tali decisioni, quando sono oggettive, non si giustificano in alcun modo e non si discutono.
Davide (che vediamo in foto con la corazza blu) tre combattimenti tirati e difficilissimi e dopo l’argento della scorsa settimana in Turkia cede per un soffio in semifinale solo contro chi vincerà la categoria.
Valerio, venuto da noi da pochissimo e con molte lacune che sta cercando di correggere, disputa buoni incontri ma cede anche lui in semifinale con chi vincerà la categoria.
Strepitosa è stata invece Sofia (14 anni), la nostra Pluricampionessa che ha disputato la sua prima gara da Juniores contro un’avversaria di 2 anni più grande e con diversi centimetri di altezza che sovrastavano Sofia almeno di una testa. Eppure questa nostra giovanissima Atleta ce l’ha messa davvero tutta sfoderando tecniche che solo per colpa della statura non hanno raggiunto l‘avversaria…ma se arrivavano….!!! Crescerà anche lei. Ecco è qui che “giustifico” la sfortuna; perché trovarsi al primo incontro contro chi poi vincerà il titolo Italiano di categoria, quindi bravissima Atleta, e con quella differenza di statura e di peso, allora si che c’è da giustificare ed encomiare chi pur perdendo ha comunque dato vero spettacolo di tecnica e tattica provando di tutto fino alla fine.
Patrizio condizionato un po’ dalla sua massa muscolare piuttosto forte a discapito dell’altezza, cede al primo incontro ma almeno c’ha provato fino alla fine.
Andrea, tornato da pochissimo sul quadrato, dopo una pausa di 4 anni, ha pagato questa interruzione e pur aggiudicandosi con distacco i 2 incontri nelle eliminatorie, cede poi ai quarti di finale contro chi vincerà il titolo Italiano.
Queste sono le mie personali considerazioni, credo oggettive, su come intendo l’impegno e le caratteristiche necessarie quando si sceglie di fare agonismo e, a mio avviso, giustificare sempre e comunque non fa crescere e non fa maturare nei tempi giusti: né nello sport né nella vita. Non essendo però né psicologo né altro del genere sta alle famiglie trovare e eventualmente “cambiare” alcuni comportamenti, in famiglia, che ritardano queste crescite.
Enrico Grisoli