Mi riferisco alla vicenda che ruota attorno all’impianto di compostaggio dell’AMA sito in via Tre denari e all’intenzione di aumentare il carico di organico da 20 mila a quaranta mila tonnellate. Abito in via Monti dell’Ara a un chilometro in linea d’aria dall’impianto, pertanto posso ritermi interessato alla questione. Nel 2005 manifestavo contro la costruzione dell’inceneritore di Malagrotta e sabato prenderò parte al presidio organizzato di fronte ll’impianto perché penso che in quell’impianto non solo non dovrebbe confluire tutto quel materiale organico, ma deve anche diminuire.
Ho sentito il tracciato audio della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e devo dire che l’impianto progettuale descritto dall’Assessore Montanari è di alto livello e sembra essere caratterizzato da scelte azzeccate. La complessità della gestione dei rifiuti a Roma e dintorni è veramente complessa e la strategia individuata dalla Montanari mi sembra quella giusta. L’idea però di aumentare da 20 mila a 40 mila tonnellate il carico di organico nell’impianto di via dell’Olmazzeto è radicalmente sbagliata. È vero, tutto dipenderà “anche” dallo studio che sta facendo l’Università agraria di Monza, ma poi quello studio (almeno spero) non sarà oro colato. Immagino che la decisione venga presa dall’Amministrazione capitolina. Per questo faremo il presidio. Per questo sto scrivendo. Per questo i cittadini fanno pressione. L’esperienza ci dice che con le mezze frasi e con la parola “temporaneamente” si è costruito il mostro di Malagrotta.
La scelta è (o sarà) radicalmente sbagliata perché un impianto come quello di via dell’Olmazzeto può lavorare una quantità limitata di organico. Non è possibile pensare che in piena Riserva Statale del Litorale Romano sia presente un impianto del genere, causa di inquinamento e grandi disagi per una piccola comunità come quella di Maccarese. Io voglio fare la mia parte, perché capisco che la strada giusta è quella del porta a porta e della gestione delle varie frazioni differenziate, compresa quella dell’umido che da qualche parte deve andare. Ma siamo alle solite: Roma non può decidere di accollarci tutto questo materiale perché qui è ingestibile.
Questa terra è ricca di storia basata sull’agricoltura e sulle tradizioni contadine. Viviamo nella più grande azienda agricola di Italia. Siamo a due passi dal mare. Siamo contornati da luoghi bellissimi e ricchi di storia.
E riguardo alle polemiche politiche lette in questi giorni, vorrei far capire che i cittadini non si faranno strumentalizzare dalle varie forze politiche. Mi aspetto una dialettica forte su un tema così importante per il territorio, è anche giusto che ci sia un dibattito acceso, ma non possiamo rischiare di ridurre questa vicenda ad una partitella di calcio tra scapoli e ammogliati.
Spero che il tutto si risolva preventivamente e non saremo costretti, come cittadini, a difendere il nostro territorio e la nostra salute con carte bollate e barricate.
Cordiali saluti.
Alessandro Carosi