Comprare un bene immobile o avere necessità di liquidità immediata per pagamenti improvvisi, è una situazione che si “elimina” richiedendo un prestito. I finanziamenti tra le formule economiche più sottoscritte dai privati. Gli enti finanziari (banche, compagnie assicurative, agenzie di prestiti) elargiscono del denaro, ma solo quando il richiedente riesce a rientrare nelle sue richieste di credenziali.

Senza essere “tecnici” il cliente può avere del denaro solo se ha delle garanzie. Quest’ultime sono: buste paga, beni mobili e immobili, eventuali assicurazioni vita o altri fondi economici, ma soprattutto la pensione. Percepire una pensione indica che il soggetto sicuramente ha un’entrata economica fissa a fine mese che è stabile. Essendo elargita dallo Stato è quindi a tempo indeterminato.

Coloro che dunque hanno questa possibilità economica possono richiedere dei prestiti, in una somma determinata dalla tipologia e somma di denaro percepita, usando la restituzione con la Cessione del quinto pensionati.

Un servizio che viene elargito da diverse compagnie. I pensionati diventano quindi soggetti sicuri, buoni pagatori, è possono richiedere il prestito in modo diretto oppure fare da garanti per terzi.

PRESTITO A TASSO FISSO

Un elemento che contraddistingue la tipologia di prestito è il tasso di interesse. Gli enti finanziari non sono enti di beneficenza. Essi rilasciano del denaro ricaricando un tasso di interesse che rappresenta un guadagno. Il cliente è colui che deve pagare la rata del denaro ricevuto aumentato dal tasso che si imposta nel momento della stipula del contratto.

Tante volte gli enti finanziari pubblicizzano una formula di prestito che è a tasso zero. Questo vuol dire che chiedendo 1.000 € la rata andrà a ricoprire solo 1.000 €, ma dove ci sono comunque i costi di commissione. Mentre se andiamo ad avere un prestito a tasso variabile, esso è soggetto all’inflazione oppure ad altri parametri. Tanti consumatori si sono ritrovati a dover pagare dei tassi d’interesse che erano addirittura del 12% in un anno e magari l’anno dopo si pagava l’8%.

Infine troviamo il tasso fisso che è tra i più comuni, molto basso, ma che non è soggetto a nessuna oscillazione del mercato. Per i pensionati che decidono di fare la cessione della quinta parte della propria pensione accedono a questo tasso fisso senza avere poi aumenti negli anni. Meglio però che controlliate esattamente quale sia il tasso imposto nel momento della stipula.

Blocco oneri inflazione negli anni

Un’altra garanzia che è ormai una legge, quando si parla di pensionanti, è quello di andare a bloccare solo la quinta parte della pensione del soggetto per ripagare il debito. Questo vuol dire che se il pensionato ha comunque altre spese oppure una diminuzione della pensione, nonostante ci sia un debito da ripagare, l’ente finanziario non può poi richiedere sempre la stessa rata.

Mettiamo caso che si hanno 1.500 € di pensione con una rata di 300 €. Per svariati motivi essa viene abbassata a 1.000 € a questo punto, per legge, il “debitore pensionato” può chiedere una modifica della rata. Il motivo è proprio quello di avere un reddito inferiore. Quindi il ricalcolo sarà di 200 € di rata, cioè la quinta parte della pensione che percepisce.