In agosto Roma si svuota, alcune mense per i poveri chiudono per qualche giorno, anche molti volontari vanno in vacanza. Una possibilità che non hanno i senzatetto, abituati a vivere per strada. Impossibile per loro anche soltanto una gita mordi e fuggi. Ma quest’anno qualcuno ha pensato di offrire anche ai clochard che vivono nei dintorni del Vaticano qualche ora di svago in riva al mare. Un lungo bagno e una cena in pizzeria. Uno sprazzo di normalità vacanziera. E il vescovo Konrad Krajewski, l’elemosiniere pontificio, cioè il prelato che distribuisce la carità del Papa, organizza i servizi docce e barberia per i senzatetto sotto il colonnato di San Pietro, si reca personalmente due sere alla settimana a distribuire viveri e bevande ai clochard delle stazioni ferroviarie romane in compagnia di guardie svizzere e gendarmi vaticani. È lui a organizzare anche le gite pomeridiane al mare per i poveri che bivaccano nella zona di San Pietro. «In questo periodo – racconta a “La Stampa” il vescovo – continuiamo insieme alle guardie svizzere e ai gendarmi a portare cibo nelle stazioni Termini e Tiburtina – mentre di pomeriggio, utilizzando il nostro pulmino, accompagno gruppi di dieci senzatetto a fare un bagno». Monsignor Krajewski, per tutti «don Corrado», prima raduna i clochard, quindi si mette lui stesso alla guida del minibus e si dirige verso il litorale romano, nella zona di Fregene, a una trentina di chilometri dal centro della capitale, anche se la località dove più spesso approdano è la spiaggia di Passoscuro. Ai suoi ospiti, dopo averli imbarcati nel pulmino, viene offerto tutto lo stretto necessario: costumi da bagno, asciugamani e anche grandi teli per distendersi a prendere il sole sulla sabbia. «Siamo un gruppo “sui generis” – confida il prelato – un bagnino ci ha chiesto chi fossimo, non passiamo inosservati. Chi vive per strada ha la faccia scurita e indurita dal sole, ma il corpo è bianco come il latte». I clochard insieme a monsignor Krajewski fanno un lungo bagno, poi si godono un po’ di relax in riva al mare, fino all’ora di cena. «Concludiamo sempre la nostra gita in pizzeria – spiega il vescovo – come fanno molte persone che sono in vacanza in questo periodo e che di tanto in tanto escono a mangiare una pizza. Non salviamo certo il mondo con queste iniziative. Non risolviamo certo i tanti problemi dei senzatetto di Roma. Ma almeno restituiamo loro un po’ di dignità. Sono rimasto molto colpito da vedere come si comportano in queste occasioni. Sanno stare insieme, e quando siamo a tavola, al ristorante, se uno del gruppo sta parlando e sta raccontando qualcosa, tutti gli altri lo ascoltano in silenzio. Anche qualcuno di loro che solitamente appare più agitato e problematico, si rasserena». La pizza a fine giornata per tutti i membri della comitiva è offerta da Papa Francesco. Fino ad oggi i clochard che hanno già partecipato a queste gite pomeridiane guidate da Krajewski sono un centinaio. «Ieri con me sono venuti due albanesi, un afghano, un ucraino, un georgiano, un indiano e tre italiani – racconta il vescovo elemosiniere -. Durante il viaggio abbiamo cantato, ascoltando la radio. Per questi nostro fratelli bisognosi e abituati a vivere nella precarietà, sono occasioni che rimangono nella memoria, hanno la possibilità di sentirsi come tutti gli altri. Già più d’uno rivedendomi mi ha chiesto: “Padre, quando mi riporta al mare”?». Com’è noto, Papa Bergoglio ha fatto installare delle docce e un servizio barberia sotto il colonnato di San Pietro, a disposizione dei senzatetto. Sono stati anche attivati servizi medici e visite specialistiche.
Andrea Tornielli – La Stampa