“Perché la Regione Lazio, a tre mesi dall’approvazione della legge di riforma, non ha ancora nominato i commissari? I consorzi di bonifica, che per effetto del riordino sono stati ridotti da 10 a 4, sono allo sbando e dallo scorso agosto si trascinano in uno stato di sostanziale incertezza che mette in dubbio la bontà e la tempistica, a tappe forzate, del processo riorganizzativo allora prospettato come inevitabile perché si liberassero delle loro zavorre di costi, di rappresentanza e gestione, ormai insostenibili e perché fossero consacrati nella loro funzione di strumenti insostituibili per la manutenzione del suolo, la gestione delle risorse idriche e la prevenzione del rischio idrogeologico. Senza una guida, senza cioè i commissari ai quali la riforma ha affidato il compito di traghettare i nuovi consorzi nella fase di transizione che li separa dalle elezioni per il rinnovo degli organismi dirigenti, le bonifiche rischiano di impantanarsi e generare, anche tra i sostenitori più accaniti del riassetto, sconforto e delusione. Sentimenti che serpeggiano diffusamente anche tra gli stessi dipendenti dei consorzi e tra i contribuenti, decine di migliaia nel Lazio, prevalentemente imprenditori agricoli, oggi preoccupati per gli effetti di una prolungata vacatio che rischia di pregiudicare la programmazione anche delle attività ordinarie delle bonifiche, non ultima la manutenzione dei canali, delle reti e degli impianti irrigui necessari per sostenere i ritmi produttivi dell’agricoltura che, in estate, raggiungono la loro massima estensione. Sollecitiamo la Regione Lazio a voler superare in tempi rapidissimi, possibilmente entro l’anno, ogni qualsivoglia ostacolo, sia esso di natura politica o tecnica, che finora ha impedito la formalizzazione delle nomine dei quattro commissari, che peraltro ci risultano già individuati. Il loro insediamento è il primo e necessario atto per il pieno dispiegamento dei positivi effetti di una riforma che, come organizzazioni professionali, abbiamo sostenuto con tenacia e convinzione, anche a rischio di impopolarità, nell’interesse dei nostri associati, degli agricoltori e dei contribuenti”.
Cia Lazio
Coldiretti Lazio
Confagricoltura Lazio