Se n’è andato questa mattina alle 5.00 Giorgio Violoni, era ricoverato in un ospedale romano. Non stava bene da tempo, una diagnosi di un male implacabile. Aveva 56 anni, molti dei quali passati da giovane sui campi di calcio.

Era un gran centravanti Giorgio, piccolo per il ruolo, ma agile e scattante. Gli davi mezzo metro di spazio e addio, gli bastava per guardare la porta esplodere il suo destro, spesso il portiere nemmeno vedeva partire la palla, la raccoglieva dopo nella rete.

Era partito nelle giovanili del Maccarese, ma si vedeva subito che era di un’altra categoria. E infatti lo prese subito la Lazio, centravanti della squadra Primavera dove si fece largo con raffiche di gol. Ma quell’ambiente non faceva per lui, era un ragazzo semplice, simpatico, poco incline a piegarsi a regole che non condivideva.

Rientrò così a Maccarese che all’inizio degli anni ’80 aveva costruito uno squadrone, basti dire che a un certo punto i due attaccanti erano lui e Raul Albani. In coppia con Giovanni Roma vinse il campionato di prima categoria e approdò in promozione. Anche qui tanti i gol segnati da Giorgio. Che arrivò anche nella nazionale di calcetto, insieme a Andrea Famà, suo compagno nell’Helios di Ostia venne convocato alla stage preparatorio.

Dopo il calcio il lavoro sempre a Maccarese, una vita tranquilla con al centro la famiglia, la moglie e i due figli. Poi un anno fa la diagnosi terribile e l’inizio del calvario finito questa mattina. Non ci sarà il funerale, vietato in questo periodo, senza la possibilità di un ultimo ricordo.
E allora lo facciamo qui, caro Giorgio: tutti gli amici di Maccarese e di Fregene ti salutano con un lungo applauso. Come uno quelli che partivano dalla tribuna del Darra dopo uno dei tuoi straordinari gol.