L’Osservatorio Regionale sui Trasporti, valutando come decisiva la prossima legislatura regionale per la mobilità nel Lazio, intende mettere in comune con i candidati alla guida della Regione Lazio alcuni degli spunti maturati in questi anni di riflessione e di confronto con le precedenti Amministrazioni. Due sono le tematiche interconnesse che rendono a nostro avviso decisiva per i destini del nostro territorio l’impostazione che verrà data alle politiche della mobilità nei prossimi cinque anni: il rafforzamento del servizio pubblico e lo sviluppo della concertazione con gli utenti. Dal punto di vista del servizio, è ormai di dominio comune la necessità di potenziare il servizio di adduzione ai centri principali e in particolare alla Capitale. Si tratta di un’esigenza indiscutibile, dovendo consentire alle centinaia di migliaia di pendolari che si muovono quotidianamente un servizio sicuro, rapido e confortevole, il quale, migliorando la qualità della vita, consenta la migliore occupazione sia del tempo di lavoro retribuito sia del tempo libero sia del tempo stesso di viaggio; a questo proposito è necessario comprendere da un lato come le nuove caratteristiche del mondo del lavoro rendano necessaria sia l’aumento della copertura oraria del servizio sia il suo potenziamento nei giorni festivi; dall’altro come l’arredo e le dotazioni dei treni (wi-fi, tavolini, punti di ricarica) costituiscano un vantaggio competitivo per il trasporto pubblico non inferiore a quello fornito dalla differenza di spesa rispetto a quello privato.
È necessario però anche, in un quadro globale di politiche del territorio, che si lavori a ridurre la necessità di pendolarismo creando le premesse per invertire le politiche di spopolamento delle aree provinciali, anche grazie allo sviluppo di un servizio diffuso che oltre a facilitare la mobilità pubblica generi ricchezza per la aree periferiche: consentire quindi di fruire, col mezzo ferroviario come cardine, delle ricchezze ambientali e artistiche sparse nella regione. Se è stato calcolato che per ogni euro speso per l’utilizzo di un treno turistico ne ricadono tre sul territorio, a maggior ragione un servizio pubblico ben congegnato porterà risorse a tali aree. È quindi fondamentale che gli orari del trasporto pubblico consentano la fruizione dei siti normalmente serviti dalla ferrovia nei giorni feriali anche ai turisti. A questo proposito è necessario che il ripristino delle ferrovie per Terracina e Gaeta, che auspichiamo prossimo, abbia anche questa funzione, e che si dia rapida attuazione alla legge che consentirà la riapertura della Civitavecchia-Capranica-Orte (parte della Ferrovia dei Due Mari per Ancona) inizialmente al servizio turistico, il che provocherà visibili ricadute sul territorio; e che la regione se ne faccia parte attiva. Al servizio ferroviario deve essere affiancato anche a questo fine un servizio su gomma di qualità, con orari certi e facilmente reperibili e incrociabili con quelli della ferrovia, pubblicizzando adeguatamente la raggiungibilità delle località di interesse turistico tramite i mezzi pubblici, anche tramite convenzioni con i gestori dei siti.
In quest’ottica, il potenziamento infrastrutturale non può avere come priorità assoluta l’ambito tecnologico bensì la parte “core” dell’infrastruttura (binari, scambi, punti di incrocio e di precedenza) senza i quali il primo, come sperimentato quotidianamente dai pendolari e come purtroppo evidenziato dai fatti di cronaca, porta più benefici ai bilanci delle aziende che alla regolarità e alla sicurezza dei passeggeri.
Parallelamente, devono anche essere sempre più chiari i rapporti tra gli attori. Il confronto con i territori e con le organizzazioni dei pendolari deve essere fornire la base all’Amministrazione per individuare, anche sulla base delle risorse, le richieste da rivolgere ai fornitori del servizio e ai gestori della rete, che dovranno di concerto con gli altri attori individuare come risolvere laddove possibile eventuali ostacoli tecnici proponendo eventualmente le alternative. Accanto a ciò, è necessario sviluppare i tavoli di confronto con le organizzazioni degli utenti, dei cittadini e dei pendolari non solo sulle tematiche previste dalle leggi ma anche sull’impostazione delle politiche della mobilità. Per fare questo, anche in considerazione della sempre crescente forza organizzativa dei maggiori fornitori, è necessario che la programmazione di un settore così decisivo sia affidata ad una squadra numericamente adeguata oltreché tecnicamente e politicamente preparata.
Il tutto, ovviamente, in un quadro certo di trasferimenti dallo Stato alla Regione e da questa alle imprese.
L’Osservatorio Regionale sui Trasporti