Il 7 febbraio prossimo si aprirà la conferenza dei servizi che, entro 60 giorni, avvierà i lavori disposti per contrastare l’erosione del tratto di costa di Fregene, con la posa del geo-tubo ed il relativo ripascimento previsto per completare il posizionamento della struttura sul fondale. Ciò significa che il progetto ha ricevuto anche il benestare degli uffici competenti, che hanno valutato positivamente l’impatto ambientale dell’opera, disponendo di attuarla in un quadro amministrativo valido e trasparente. Così, partire dal 7 aprile, potrà partire il bando di gara per avviare i lavori, lavori che saranno finanziati dalla Regione per un totale di circa 500mila euro e che, con il rifacimento anche della foce armata del Canale delle Acque Alte, toccheranno quota 600mlia euro.
Tale percorso è stato possibile grazie alla convergenza di tanti attori, dagli operatori privati, che in quel tratto di litorale gestiscono stabilimenti fondamentali per produttività economica del territorio, ai rappresentanti politici di area, dal mondo dell’associazionismo agli uffici amministrativi locali e regionali. L’obiettivo di questi interventi è la ricostruzione della linea di battigia nel tratto litoraneo di Fregene Sud, maggiormente interessato dai fenomeni di erosione costiera, compreso tra la foce del Canale delle Acque Alte a Sud e lo stabilimento balneare La Vela a Nord, per un’estensione lineare di circa 750 metri ed una superficie di circa 2 ettari. Proprio a copertura dei 750 metri di costa si è scelto di utilizzare una struttura reversibile, ovvero un geo-tubo riempito in sabbia, già oggetto di diverse sperimentazioni in Italia per interventi di protezione costiera di litorali in erosione. Il geo-tubo è costituito da un involucro sommerso, costituito da moduli di 20 metri in polipropilene riempiti di sabbia, del diametro di circa 3 metri, posizionato parallelamente alla linea di costa ed alloggiato, ai fini di una maggiore stabilità, in una sezione scavata nel fondale, rispetto al quale presenterà un sopralzo di circa 50 cm.
“È stato un percorso lungo – afferma Fabio Refrigeri, assessore regionale alle Infrastrutture – che, pur con non poche difficoltà, ha visto premiata la pratica della condivisione. Per questo ringrazio il consigliere Giuseppe Cangemi, per la lealtà della collaborazione, come sono grato agli operatori balneari di quel tratto di costa che hanno contribuito e creduto sino in fondo all’individuazione di una soluzione praticabile. In questo modo, con il dialogo e l’attenzione, l’Amministrazione regionale ha potuto valutare un progetto inedito sino ad oggi nel Lazio e che, per questo, ha inevitabilmente richiesto un surplus di verifiche a tutela dell’impatto ambientale. Aver raggiunto questo risultato, segna da parte di tutti l’affermazione di una visione positiva, dove cittadini, operatori e amministratori, si uniscono per realizzare risposte significative a tutela del proprio territorio”.
Lo comunica in una nota la Regione Lazio.
“Decisione tardiva quanto provvidenziale ma insufficiente – dichiara Marco Lepre, uno dei rappresentanti del tavolo “Salviamo La spiaggia di Fregene” – la Regione, nelle parole dell’Assessore Refrigeri aveva precedentemente stanziato 4 milioni di euro nella perfetta consapevolezza che il geo-tubo rappresentasse una soluzione provvisoria per porre riparo al tratto di spiaggia più colpito nel periodo invernale. Il solo posizionamento del geo-tubo determinerà soltanto lo spostamento del fenomeno erosivo verso nord; è indispensabile procedere con un progetto complessivo e definitivo di tutela che copra l’intero tratto di spiaggia fino a Maccarese”.