Belli, vitali, giovani. Parola d’ordine: la perfetta forma fisica. È diventata un’ossessione mantenersi in forma a tal punto da generare quello stress che si pensava di combattere. I chili di troppo nuocciono alla salute ma prima di tutto alla nostra immagine diventata un prodotto più importante di chi lo produce. Il culto del corpo all’insegna della preoccupazione di oltrepassare i limiti di misure e pesi pena l’esclusione dal contesto sociale, lavorativo, perfino familiare induce a sacrifici che superano la nostra stessa resistenza allo sforzo, al dolore, alla fame, al desiderio.
Migliorare se stessi e le relazioni con gli altri è un’imposizione, obbligati ad avere cura del nostro aspetto esteriore in maniera maniacale. Il fisico controllato attraverso il cibo, lo sport, i massaggi, le creme di bellezza, le saune, la cyclette, la palestra, le corse….prigionieri di una convinzione che l’estetica è un valore assoluto. Il piacere agli altri e il piacersi non coincide con la soddisfazione di un proprio bisogno, ma di quello sociale. Il non piacere agli altri diventa fonte di infelicità.
È cambiato lo stile di vita e soprattutto noi italiani che mai avremmo abbandonato la nostra sana e gustosa dieta mediterranea, abbiamo girato le spalle a quello che ci invidiavano tutti i paesi del mondo: la pasta, il pomodoro fresco, il basilico, la pizza con la mozzarella, i dolci genuini senza coloranti per mortificanti pasti che non solo peccano di quantità anche di sapore… Sicuramente oggi ci sono altre necessità che si contrappongono con le sovrabbondanze del passato a dimostrazione che la conquista di un gusto più delicato è il frutto di un lungo processo evolutivo che si è articolato nei secoli.
La globalizzazione ha contribuito a diffondere gusti e tradizioni diverse e la scelta di cambiare il nostro modo di mangiare è un tassello di quel mosaico ricco di sfaccettature rivelatrice di tutte le tendenze culinarie e di costume di ogni epoca storica.
Virginia Woolf scrisse: “Uno non può pensare bene, dormire bene se non ha mangiato bene”. Una filosofia di vita che sembra fatta su misura per la nostra tradizione anche se oggi è un filo spezzato da un esasperato concetto di bellezza esteriore a discapito della saggezza.