Massimo Coriddi, capo delegazione Fiumicino di Federalberghi Roma, interviene sul dibattito in
tema erosione che investe il futuro del litorale laziale: “Sul territorio gestiamo 800mila presenze l’anno. Se fosse solo il 10% dei nostri ospiti che occupano le nostre strutture sarebbero 80mila persone ad usufruire del nostro mare. Fiumicino non può pensare di lavorare col turismo soltanto con l’aeroporto, ma deve vivere anche di turismo balneare e di tutte le altre ricchezze di cui il territorio beneficia. Vogliamo essere parte attiva di questo problema. Ecco perché abbiamo accettato l’invito di far parte del Comitato “Salviamo la spiaggia di Fregene”.

Come Federalberghi avete fatto una ‘scelta di campo’.
“Una scelta che parte dall’assunto che è impensabile che il nostro mare, uno degli zoccoli duri del nostro turismo, si stia sgretolando sotto gli occhi di tutti e che nessuno faccia niente. Ci sono solo piccoli palliativi non concordati in una visione futura. E ogni anno ci troviamo con sempre meno spiaggia. Tra qualche anno non ci sarà più spiaggia fino a Santa Marinella. Dunque, le preoccupazione esiste anche per gli altri albergatori”.
In che modo sarete “parte attiva” del Comitato?
“Daremo un sostegno alla causa in tutti i modi in cui ci venga richiesto. Neanche noi ci possiamo permettere il lusso di perdere la costa nord del territorio dove facciamo turismo. E allora ci stiamo organizzando con il Comitato, sentiamo le loro indicazioni. Ci siamo schierati pubblicamente al loro fianco”.
L’erosione sul litorale laziale è questione aperta da anni. Come mai la vostra presa di posizione in questo preciso momento?
“Perché c’è stato un aggravarsi della situazione nell’ultimo periodo. Con le nostre strutture ricettive – 21 nel complesso tra Fiumicino, Focene, Fregene e Maccarese con più di 1500 camere e più di 3mila posti letto – abbiamo difficoltà specialmente nella parte di Fregene sud dove si concentra il grosso dei disagi. Facciamo parte anche di Confcommercio, e dico che anche su quel fronte ci sono grossi danni. Tra un po’ vedremo la gente a spasso perché ha perso il posto di lavoro. Solo perché lavoravano con la spiaggia. E’ una situazione fuori da ogni logica di sviluppo del territorio. Non se ne esce”.
Si è fatto un’idea del perché?
“Perché gli interventi sono solo sulle emergenze, non c’è un piano di intervento fatto passo dopo passo che conduca ad un progetto di salvaguardia”.
Ma le risorse latitano.
“Non si può dire che non ci sono risorse. E’ solo un nascondersi dietro il problema, anche perché se perdiamo la costa diminuirebbe pure il gettito per l’erario. A Fiumicino versiamo alle casse comunali, come imposta di soggiorno, 1,5 milioni di euro l’anno, risorse che andrebbero rimesse sul settore turistico. Credo non ci si renda cosa di una cosa fondamentale”.
Quale?
“Che turismo è tutto ciò che si muove sul territorio; sono tante tessere di un puzzle che compongono il sistema. Quindi ok al ripascimento d’emergenza per far iniziare la stagione balneare, ma il mio appello è a far partire un progetto di visione globale”.

Valentina Conti – Il Tempo