Le difficoltà sono nel reperimento di alcune tipologie di pesce, ma spero che saranno compensate da taglie più grandi. Le telline si procureranno con altri sistemi meno distruttivi, ma continueranno ad esserci. Quindi spero che il danno sia compensato da una taglia di pesce maggiore.” “Comunque tengo a precisare che il danno maggiore, in un momento in cui entra in vigore un Regolamento che si sapeva sarebbe entrato, è per i pescatori. C’è gente in mezzo alla strada che non sa come lavorare. Come al solito le crisi e l’inappropiatezza delle misure politiche le pagano i più deboli, in questo caso i pescatori”.
“Inoltre il continuo aumento del prezzo del gasolio rende meno redditizia la loro attività. Il gasolio è aumentato dal 2002 al 2009 del 240 per cento. Ed è una delle principali fonti d’uscita dei pescherecci, quindi l’aumento del prezzo del gasolio mette fuori mercato alcune attività di pesca”.
“Lo stato del mare Mediterraneo in questo momento è pessimo perché il 54 per cento delle specie di pesce sono in difficoltà a causa di una pesca eccessiva che non permette loro di rigenerarsi. Questo anche a causa di una conformazione caratteristica dei nostri mari e in particolare del nostro Adriatico, un mare poco profondo in cui vengono a pescare da tutto il mondo con gli strumenti più sofisticati. Il mare intorno all’Italia sta peggio del mare intorno all’Europa. E diciamo che lo stato della nostra pesca è ancora peggiore. Si ha quasi la sensazione che il Regolamento europeo di cui si parla sia una cosa nuova. Non è vero. Sappiamo che c’è da quando gli Stati dell’Unione Europea lo firmarono, il primo dicembre del 2006 – ha spiegato il Ministro – rendendo però possibili alcune deroghe, come era scritto nel trattato stesso. Deroghe che l’Italia ha esercitato fino in fondo, ma tutto quello che è successo era largamente prevedibile. Trovarsi impreparati di fronte a quello che si sa prossimo ad accadere fa parte della peggiore politica”.
Riguardo le associazioni di categoria, il Ministro Galan ha detto: “Sono altamente responsabili. Riconoscono che la situazione e le misure dovevano essere previste. Non chiedono la solita ulteriore deroga perché sanno che l’Europa non la concederà. Quindi non illudono i loro associati perché questo vorrebbe dire continuare a ingannare i pescatori. Le associazioni cercano soluzioni alternative e le cercano insieme a noi nell’Unità di crisi che abbiamo costituito al Ministero. Questo è un atteggiamento altamente responsabile da parte loro”.
“Questa estate avremo una pesca come lo scorso anno, eccetto che forse mangeremo meno telline. Non ci rimettono i ristoratori, non ci rimettono i mangiatori di pesce. Purtroppo gli unici a rimetterci saranno i pescatori”.
2010-06-16