Voglio mettere in evidenza, per il momento storico che stiamo vivendo, l’art. 12 della Convenzione: “Il principio di partecipazione, ascolto e rispetto per l’opinione delle persone di minore età e il corrispondente dovere, per gli adulti, di tenere in debita considerazione le loro opinioni”. Il Comitato delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia ha identificato l’articolo 12 come uno dei quattro principi generali della Convenzione, insieme al diritto alla non discriminazione, al diritto alla vita e allo sviluppo ed alla primaria considerazione del superiore interesse del bambino. Ciò implica che quanto sancito dall’articolo 12 non costituisce solo un diritto di per sé, ma deve essere preso in considerazione nell’interpretazione e nell’attuazione di tutti gli altri diritti. Un Diritto che i giovani stessi stanno facendo valere e che non considerano più una concessione da parte degli adulti.
Si è appena concluso il 27eismo vertice annuale delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, la COP27 del 2022. Da circa tre decenni l’ONU riunisce quasi tutti i Paesi della terra per i vertici globali sul clima. La crisi climatica è una crisi dei diritti dell’infanzia che grava sulle generazioni di oggi e su quelle future. Nel mondo, quasi la metà della popolazione infantile mondiale, vive in Paesi a rischio estremo di subire gli impatti del cambiamento climatico. Il grido di allarme dei giovani alla Cop27, come quelli lanciati nelle edizioni precedenti, è rimasto inascoltato, non ha trovato riscontro nel documento finale approvato dagli Stati partecipanti.
Le crisi, siano esse di carattere sanitario, economico, politico, sociale, ambientale, portano alla luce, aggravandole e dilatandole, le criticità che i Rapporti CRC avevano già rilevato da anni: l’assenza dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza nella cultura politico-amministrativa, nell’agenda politica a tutti i livelli e la mancanza di un coordinamento efficace in tale ambito.
Le Amministrazioni, ad ogni livello,devono farsi carico di promuovere, sostenere, consolidare e costruire un piano d’azione con proposte concrete per migliorare la vita dei bambini/e e degli adolescenti, per dar vita a un’alleanza permanente in grado di porre al centro l’impatto sulle persone di minore età delle varie norme, misure, fondi e interventi, sia a livello centrale che locale. L’obiettivo deve essere quello di rafforzare il sistema di garanzia dei diritti dei bambini/e e degli adolescenti che vivono nelle nostre città, anche attraverso l’inserimento nell’agenda politica di temi specifici come la prevenzione degli abusi e dei maltrattamenti contro i minori; la lotta ai fenomeni di violenza di cui i minori sono vittime e autori; il contrasto della dispersione scolastica; la condizione dei minori immigrati; la formazione per la prevenzione dello stress e del burnout per il personale delle scuole; la creazione di una rete sociale integrata per i servizi ai minori, la nomina di un Garante per l’infanzia in ogni Regione e Comune.
La condizione dell’infanzia e dell’adolescenza risente fortemente, ad ogni livello istituzionale, di una scarsità di risorse destinate. La mancanza di politiche di investimento all’infanzia è una condizione che segna fortemente i minori, perché più di tutti pagheranno nel loro futuro, con il rischio di non poter sviluppare al meglio il proprio potenziale. La “battaglia culturale” per mettere al centro della politica, a tutti i livelli, i diritti dei minori, per rompere l’assordante silenzio/assenza della politica è ancora lunga e difficile. La vera trasformazione, in questo senso, è quella di “educare” chi ha responsabilità politiche e amministrative al rispetto dei diritti e alla tutela dell’infanzia.
Per garantire l’attuazione dei diritti sanciti nella Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, occorre dunque rilanciare con forza l’impegno di tutti, in primis delle istituzioni politiche, del Terzo Settore, della comunità educante e attivare un ascolto costante dei bisogni e delle aspettative dei bambini e bambine, ragazzi e ragazze. Un percorso che si riconosce, oggi più che mai, nell’esigenza di dare concreta attuazione ai principi di tutela dell’infanzia e dell’adolescenza dettati dalla Convenzione dell’ONU.
È mia convinzione che occuparsi dell’infanzia è e deve essere prioritario, un dovere imprescindibile di una società che si reputi civile. La difesa dei Diritti: è una sfida che deve essere considerata prioritaria.
Vincenzo Taurino