Le tre Oasi del Litorale, dopo la recente estensione dell’Oasi Bosco Foce dell’Arrone fino al limitare di Passoscuro, rappresentano un’unicità sul suolo nazionale. “Non esistono, infatti, oltre 500 ettari di natura protetta dislocati in tre aree così ravvicinate e con così differenti e rappresentative caratteristiche ecologiche. Le Oasi – spiega Andrea Rinelli, responsabile delle Oasi WWF del Litorale – hanno il delicato compito di tutelare la biodiversità, ma questo ‘sistema di Oasi’, come sarebbe meglio chiamarlo, ha ancor di più un ruolo delicato se considerato nel suo essere cucito all’interno di un territorio dalle molteplici sfaccettature”.
Già l’azienda Maccarese, proprietaria delle aree, ha intuito l’enorme potenziale rappresentato dal mettere in rete non solo le Oasi WWF, ma anche Castel San Giorgio, con i suoi Giardini, il Borgo, l’Archivio storico, il Vivaio e ora anche la Torre di Maccarese o Primavera.
“L’idea è quella di affidarla al WWF in comodato gratuito a supporto dell’ormai molto estesa Oasi Bosco Foce dell’Arrone come Centro Visite da cui far partire le attività dei visitatori – spiega Claudio Destro, amministratore delegato della Maccarese – potrebbe diventare anche un museo bellissimo con materiale espositivo della Riserva. Dobbiamo risolvere alcuni problemi tecnici, ma la direzione è questa”.
Insomma, che le Oasi WWF fossero la punta di diamante da un punto di vista naturalistico all’interno della Riserva Statale Litorale Romano è ben noto fin dagli anni ’80 con la creazione dell’Oasi di Macchiagrande, ma come queste stiano diventando giorno dopo giorno un valore aggiunto per un territorio che si deve oggi rileggere in chiave di sostenibilità ambientale è altra cosa. La strada è già segnata, ma non incontra pochi ostacoli. Prima di tutto mettere in collegamento per il visitatore i luoghi sopra enunciati non è cosa da poco, soprattutto dal punto di vista della mobilità lenta, che è quella dimensione dello scoprire un territorio più in sintonia con la natura.
La nuova ciclabilità tra Fregene e Maccarese è già un grande passo in questa direzione, metterla a sistema con i luoghi d’interesse naturalistico e storico-culturale sarà poi un’operazione imprescindibile. Un secondo aspetto, altrettanto importante, sarà saper comunicare al grande pubblico la possibilità di vivere su questo territorio un’esperienza autentica, ricca di attività ambientali e culturali. In un momento di grande difficoltà per il nostro Paese, in cui i discorsi di politici e amministratori traboccano della parola “green”, ci si chiede quale occasione migliore si possa creare su un territorio come questo per pianificare un nuovo tipo di sviluppo. Il tempo dello sfruttamento delle risorse senza tener conto di come queste si possano rinnovare è finito, vale in tutti gli ambiti, la nuova economia punta sull’uso razionale di risorse che hanno il tempo di rinnovarsi per essere costantemente disponibili. È il paradigma che è cambiato, chi non ha preso consapevolezza di questo perderà inevitabilmente competitività. “Il Sistema delle Oasi WWF del Litorale Romano non può che essere in prima linea a favore di questa svolta epocale – conclude Rinelli – all’insegna della conservazione, certamente, ma anche dello sviluppo di tutte quelle sinergie che possano facilitare un’economia locale più sostenibile”.
Un percorso non facile, che la Maccarese sta percorrendo con lungimiranza e determinazione, supportata anche dalla collaborazione instaurata in questi anni con la Fondazione Benetton.