Che il nostro territorio sia interessato da eventi geologici fuori dal comune è ormai cosa nota, da quando le immagini del geyser di via Coccia di Morto hanno fatto il giro d’Italia lasciando in molti la perplessità che forse se ne sarebbe potuta fare un’attrazione turistica. Così come certamente si sarebbe fatto, ovunque in Europa, del lago di Parco Leonardo, così suggestivo in particolare al tramonto.
Meno affascinanti, ma altrettanto note agli automobilisti, sono le numerose subsidenze di viale Maria, certamente agevolate da lavori di asfaltatura ormai datati e già malissimo eseguiti all’epoca, così come il gradino di via Gastinelli all’imbocco del ponticello sul canale scolmatore.
Ma il fenomeno forse meno noto ma più sorprendente è certamente l’orogenesi di via Tre Denari: il fenomeno, già segnalato senza risultati dal Comitato Pendolari al Comune nel 2015, continua ad intensificarsi, tanto che il “montarozzo” ha ormai superato l’altitudine di 20 cm dal piede, il che rende un paio di posti del parcheggio ormai usufruibili solo da Suv e affini. Ci si potrebbe chiedere se sia meglio attendere un intervento dei Lavori pubblici o uno studio del Servizio geologico: certo, la scarsità di parcheggi potrebbe far optare per il primo, ma la particolarità di avere una montagna in formazione in zona storicamente palustre meriterebbe forse un approfondimento maggiore, nella prospettiva di un’occasione ricreativa per i nostri pronipoti, recuperando l’occasione persa con quello che tutti chiamavano il “vulcanetto” di Fiumicino. D’altro canto, la stazione di Maccarese è già nota per essere, a quanto si dice, l’unica al mondo (se non si vuole contare la ferrovia delle grotte di Postumia), a presentare, sulla scalinata lato Tre Denari, un principio di stalagmite, provocata dalle infiltrazioni di acqua dalla tettoia!
di Andrea Ricci – Comitato Pendolari Litoranea Roma Nord