Non è un periodo fortunato per il territorio di Fiumicino. Gli episodi criminosi da diverso tempo non accennano a placarsi nonostante tutti gli sforzi messi in campo dalle forze dell’ordine.
Non bastava la presenza constante dei topi d’appartamento, oppure le scorribande dei vampiri degli oleodotti. Ma anche gli incendi sospetti, l’ultimo al Dada Umpa a Fiumicino, o le esplosioni dei locali a Maccarese. Senza dimenticare la banda del finestrino. A loro si aggiungono ignoti che si “accontentano” di quattro pneumatici di un’automobile (fatto registrato l’altro giorno a Aranova, ma il fenomeno è in espansione in tutto il quadrante di Roma Nord).
E ora hanno preso di mira anche le caldaie montate negli appartamenti. È quello che è avvenuto nella notte tra mercoledì e giovedì a Focene, sulla via principale più vicina alla zona di Mare Nostrum, a un complesso residenziale di recente costruzione composto da sette abitazioni. I ladri, evidentemente professionisti del settore, hanno smontato e portato via tutte le sette caldaie. Il costruttore ha trovato la sgradita sorpresa ieri mattina, e insieme alle caldaie sono spariti anche tutti gli attrezzi del magazzino.
È una situazione che è sfuggita di mano alle istituzioni che puntano solo sulla riduzione dei costi e degli organici, così tutti si sentono autorizzati a far tutto, vista il clima di impunità generale. Sembra di essere tornati indietro nel tempo, alle scorribande o ai saccheggi durante la guerra quando mancavano i generi di prima necessità.
Così ecco gli attacchi al cavi elettrici o alle caditoie di rame, ai tombini o alle fontanelle di ghisa, al gasolio dei trattori agricoli, insomma a tutto quello che può avere un minimo di valore commerciale, anche poche decine di euro.
Un passo indietro drammatico in termini di civiltà, un momento in cui anche un vaso di fiori messo davanti casa sparisce sistematicamente. Una razzia del territorio devastante alla quale si aggiunge un’altra perla che contribuisce a riportare indietro le lancette dell’orologio ai tempi andati: l’abbandono dei rifiuti ovunque, nelle aree protette, nei parchi giochi, lungo le strade.
L’altra faccia della stessa medaglia, quella di una moltitudine di individui primordiali che se ne infischiano del territorio, persone concentrate solo sulla propria esistenza senza alcuna accettazione delle regole alla base della convivenza comune. Che siano soprattutto gli “stranieri” a fare danni e a razziare il territorio è solo una parte della verità, quando si aprono i sacchetti abbandonati per le strade molte ricevute o bollette sono intestate a famiglie italiane. Alcuni sono nostri insospettabili vicini che danno un notevole contributo a questo clima primordiale.
“L’uomo alla sua nascita non è un essere civile ma vi diventa nel corso degli anni, grazie ad un lungo processo di crescita”, dice un celebre sociologo inglese. Un processo che per molti si è interrotto e che non si vede come possa ripartire se non verrà considerato per quello che è: una vera emergenza sociale.