Pubblichiamo l’articolo di Qui Fregene dell’ottobre 2016 per ricordare quelle vite spezzate
di Elisabetta Marini
I legami del nostro territorio con le zone colpite dal recente terremoto in Centro Italia sono tanti e molto più profondi di quello che potrebbe sembrare. Tante persone hanno infatti una seconda abitazione in Abruzzo, nel Reatino o nelle Marche, a volte eredità di antenati che si sono trasferiti qui, altre volte case acquistate per godere un po’ di fresco in estate o la neve in inverno. Quasi senza cercarle, siamo venuti a conoscenza di tante storie, alcune tragiche e altre miracolose, di concittadini coinvolti in qualche modo negli eventi di quella tragica notte dello scorso 24 agosto.
La storia sicuramente più toccante è quella di Leone e Samuele, ripresa in quei giorni come simbolo di speranza da molti quotidiani e televisioni nazionali. I due bambini, residenti a Fregene, sono stati salvati da nonna Vitaliana, presso la quale erano ospiti a Pescara del Tronto, che li avrebbe infilati insieme a lei sotto al letto. I soccorritori hanno udito il grido di aiuto della nonna e li hanno tratti in salvo scavando a mani nude tra le macerie. Niente da fare invece per il nonno Vito, trovato senza vita sotto la casa crollata.
Tragico destino invece per Fabrizio Trabalza e Paola Rascelli, figlia del proprietario della trattoria “Da Carlo” a Torrimpietra. Erano marito e moglie, poco più che quarantenni, li hanno ritrovati abbracciati sotto le macerie della loro casa ad Amatrice, situata proprio sulla via principale. Vivevano a Ostia, ma erano fuori per qualche giorno di vacanza. Nei giorni precedenti erano stati a Grottammare e quella maledetta notte del 24 agosto non avrebbero dovuto dormire ad Amatrice, perché erano a casa di parenti che avevano insistito per trattenerli un altro giorno. Ma i due ragazzi ormai avevano deciso di raggiungere Amatrice quella stessa sera per trascorrere lì qualche giorno di relax.
Stessa sorte per Riccardo Jeri e Federica Corsaro, una coppia di innamorati unita anche nel tragico destino. Lei era di Fiumicino e lavorava presso l’aeroporto, mentre lui gestiva un pub di Roma. È stata la sorella Silvia a ricordarla con un post su Facebook: “Sei sempre stata una ragazza disponibile, solare, simpatica e creativa, il tuo sorriso riusciva a contagiare tutti… Purtroppo il terremoto ha voluto colpirti ancora e stavolta è riuscito a portarti via, te ne sei andata lasciando un dolore che mai andrà via ma il tuo ricordo sarà sempre quello di una bambolina dolce e bella sia dentro che fuori”.
E poi c’è la storia drammatica della mamma e del fratello di Veronica Grondona, che oggi vive in Nuova Zelanda con il marito Claudio Barbuzza, ma che ha vissuto per tanto tempo a Fregene. Appresa la notizia del terremoto, Veronica aveva cercato aiuto su Facebook: “Se qualcuno ha notizie di Villa San Lorenzo a Flaviano, vicino ad Amatrice, vi prego fatemi sapere: mia mamma e mio fratello sono lì e non abbiamo notizie”. Poi purtroppo è arrivata la conferma: la madre Anna Maria Masciolini, 68 anni, e il fratello Luca di 35, sono morti sotto le macerie della loro seconda casa, mentre erano in vacanza nella frazione di Amatrice. Anna Maria risiedeva da anni a Carbognano (VT), ma forse tanti ricorderanno il suo estro creativo e la sua maestria nel creare oggetti artigianali, soprattutto gli album fotografici nei quali sono conservati i ricordi di tante persone che l’hanno conosciuta.
Infine, c’è chi il terremoto l’ha scampato per un soffio: Roberto Caleffi, imprenditore edile di Maccarese, aveva prenotato qualche giorno di vacanza ad Amatrice, proprio a partire dal 23 agosto. Roberto è amico di lunga data del titolare dell’Hotel Roma devastato dal sisma, ed è proprio lì che avrebbe soggiornato con la sua famiglia. Poi un contrattempo: il medico non ha potuto rimuovere il drenaggio al suo braccio (aveva avuto un piccolo incidente la settimana prima), costringendolo a rimandare la partenza di qualche giorno.