Alessandra Maiorino è la neo senatrice di Fiumicino eletta nei collegi plurinominali del Lazio. Quarantenne, nata a Roma alla Magliana, dal 2006 abita a Parco Leonardo ma frequenta Fiumicino da tanti anni. Ancora prima della laurea ha infatti svolto diversi lavori all’interno dell’aeroporto. Laureata in Filologia Classica, più nota come Lettere Antiche, ha preso la certificazione dell’Università di Siena per insegnare l’italiano come seconda lingua. Ha insegnato in Italia, anche al Paolo Baffi di Fiumicino, in Qatar e in Germania. Alessandra ha accettato di rispondere a qualche nostra domanda: “Ora avrò l’onore di essere la portavoce di questo popolo coraggioso, generoso, visionario e stanco di essere calpestato – ha commentato subito dopo l’elezione – Questa legislatura si prospetta complessa, difficile dire fin d’ora. Grazie! Grazie! Grazie! I cittadini si fanno Stato e si riprendono ciò che è loro!”.
Alessandra, si aspettava di finire in Parlamento?
Se mi aspettavo di finire in Parlamento? Beh, questa è una domanda che potrebbe rivolgere a circa il 64% degli eletti in questa tornata elettorale, dato che tale è la cifra di coloro che entrano ora per la prima volta in una delle due Camere. Ma se devo riferirla agli eletti del M5S in particolare, allora le dico che me lo aspettavo tanto quanto può aspettarselo un qualunque attivista che si sia impegnato sul territorio e che abbia dimostrato nei fatti di voler contribuire ad un cambiamento positivo del nostro paese. Come sa, il M5S porta i cittadini a farsi Stato, dunque può succedere ad ognuno degli attivisti, purché siano incensurati, è chiaro. E’ una rivoluzione, e il numero dei nostri che oggi siedono per la prima volta in Parlamento è già in sé una grande vittoria della società civile su una politica che si era ripiegata su sé stessa ormai troppo a lungo e troppo ossessivamente.
Come si sente oggi?
Oggi mi sento benissimo, pronta a lavorare all’interno di un gruppo meraviglioso e coeso. I nostri “vecchi” ci stanno facendo da guida. Noi siamo molto più fortunati di loro, che entrarono soli in quei palazzi senza nessuno che potesse guidarli. Non abbiamo davvero nulla da temere, perché non è affatto retorica quando diciamo che siamo una famiglia: una famiglia è esattamente ciò che siamo. Loro hanno fiducia in noi neo-eletti e noi abbiamo fiducia in loro. Si respira un clima di grande coesione.
Ci racconti di lei, da quanto è iscritta al MoVimento?
Io aderii al M5S nel 2013. Ero da poco tornata dalla mia prima esperienza di insegnamento in Germania – esperienza che feci attraverso il programma della Commissione Europea Comenius. Anche se ero stata già nel 2005 e nel 2006 agli spettacoli di Grillo a Roma ed ero iscritta alla news letter del blog dal 2008, confesso che non sapevo all’epoca si fosse costituito un movimento politico. Lo seppi, come detto, al mio rientro dalla Germania, nel settembre 2012. Presi così ad osservare il M5S. In chiusura della campagna elettorale andai al raduno in piazza San Giovanni, e lì maturò in me la decisione definitiva. Quel movimento era l’unica e probabilmente l’ultima speranza per un paese martoriato e tradito da ogni altra forza politica. Partecipai a quella grande festa di piazza in chiusura dello Tsunami Tour con una grande commozione nel cuore. Una volta rientrata a casa, credo fosse circa l’una di notte, mi iscrissi al M5S inviando il mio documento per la certificazione e mi iscrissi anche al MeetUp locale, intraprendendo così il mio percorso da attivista. Fu una autentica folgorazione, che ha trovato conferma ad ogni passo, e il cui convincimento è oggi più saldo che mai.
Si era presentata alle precedenti elezioni amministrative nel Comune di Fiumicino nella lista sindaco Fabiola Velli?
Sì, naturalmente poi di lì a poco erano fissate le elezioni comunali. Molti di noi aderenti al MeetUp locale si offrirono per candidarsi avendo scelto come capolista la nostra Fabiola Velli, che aveva meritato la nostra fiducia per le sue doti di determinazione e capacità di riunire le forze migliori intorno a sé. Fu una bellissima esperienza, sia dal punto di vista umano che da quello politico. Rappresentavamo per la prima volta il M5S sul territorio di Fiumicino, e credo che lo abbiamo fatto con onore, riuscendo a far entrare una consigliera, la Velli, appunto, che coadiuvata dal gruppo, ha così potuto maturare la preziosissima esperienza che ci consente oggi di ambire fattivamente alla guida del comune.
Vive a Parco Leonardo?
Sono nata a Roma, alla Magliana, origine che rivendico e di cui sono orgogliosa. Un’area di Roma difficile, ma a cui rimango e rimarrò per sempre legata dai ricordi della mia infanzia e della mia giovinezza. A parco Leonardo abito dall’ottobre 2006, ma frequento Fiumicino da molto prima di allora. Prima della laurea ho infatti svolto diversi lavori all’interno dell’aeroporto – dallo staff di terra per la Meridiana al supervisore di catering aeroportuale. Avevo dunque già diversi amici e colleghi di Fiumicino quando mi trasferii. Poi, grazie al mio impegno nel M5S, ne trovai molti altri.
Lei è un insegnante, ha insegnato al Baffi?
Sì, sono insegnante di lettere presso gli istituti di scuola superiore, abilitata con il percorso formativo del TFA nel 2013. Ho svolto il mio tirocinio presso l’istituto Paolo Baffi, che è anche la mia scuola capolista per la seconda fascia. E sempre al Baffi ho insegnato una anno (2013/14), anche se purtroppo non le mie materie. Venni infatti assunta con contratto annuale per la cosiddetta “ora alternativa”. Fu un’esperienza importante per me, che mi confermò che nella scuola c’è moltissimo da fare per migliorare la condizione degli apprendenti e dei docenti. Mi piacerebbe infatti far parte della commissione Scuola del Senato. Ma ora è troppo presto per parlarne, e sarebbe troppo lunga parlare della scuola in Italia. Dico solo che il disastro è sotto gli occhi di tutti, purtroppo. Per tornare quindi brevemente a me, sono laureata in Filologia Classica (altrimenti nota come Lettere Antiche); ho preso in seguito la certificazione dell’Università di Siena per insegnare l’italiano come seconda lingua, così come la certificazione CELTA della Cambridge University per insegnare inglese come seconda lingua. Ho insegnato in Italia, Qatar e Germania.
Come è nata l’esperienza in Germania?
Come ho detto, in Germania la prima volta mi trovai non per mia scelta, ma fu la destinazione che mi assegnò il programma che mi aveva selezionato – il Comenius, appunto. Mi trovai benissimo. Quando partii la prima volta, nel 2011, ero laureata da un anno, e a parte piccole consulenze con case editrici, collaborazioni giornalistiche a titolo gratuito, stage non retribuiti et similia, in Italia, nel mio settore di formazione, non si trovava nulla. Dunque fui davvero felice che la mia domanda di partecipazione al programma Europeo venne valutata positivamente: quell’anno la commissione ricevette dall’Italia 2600 domande, a fronte di 120 posti disponibili. Può immaginarsi tutto ciò che si cela dietro questi numeri: la disperazione dei giovani italiani. E purtroppo, da allora non si può certo dire che le cose siano migliorate. Ma non mi faccia divagare. Come mi trovai in Germania? Benissimo. Nel Gymnasium tedesco di Moenchengladbach potei insegnare italiano, latino e filosofia in inglese per i ragazzi che affrontavano la maturità. Capii come poteva essere una scuola. Toccai con mano un sistema certamente non perfetto, ma che non ha neanche la pretesa di esserlo: il sistema tedesco tenta di essere efficiente, e a giudicare dal numero di laureati e di impiegati nel proprio settore di formazione che riesce a produrre, direi che ci riesce.
Come viene visto il nostro paese dalla Germania?
Quante pagine mi consente? Scherzo, naturalmente, ma non è una domanda cui si possa dare una risposta in due righe. La Germania è variegata, come ogni paese, quindi dire “ci vedono così o cosà” sarebbe sempre una forzatura. Diciamo che i tedeschi ci amano molto di più di quanto noi non amiamo loro (sempre parlando per generalizzazioni, eh, per carità!), ma forse ci stimano meno di quanto noi stimiamo loro. Ecco, a me, che ho vissuto in Germania quasi quattro anni complessivamente, e che ho avuto modo di vedere il bello e il brutto di questo paese, piacerebbe riequilibrare questi due sentimenti, e fare in modo che gli italiani possano conoscere e amare di più i tedeschi, e i tedeschi possano stimare di più gli italiani. Credo stia a noi dar modo ai tedeschi di stimarci davvero, cominciando a produrre una classe politica non cabarettistica, e sono convinta che ci riusciremo negli anni a venire.
Continuerà a lavorare in Germania o altrove?
Guardi, il mondo è la mia ostrica, per dirla con Shakespeare. Da quando avevo 19 anni ho vissuto e lavorato in Inghilterra, Australia, Qatar e Germania. Non so cosa mi riservi il futuro. So che questa volta avevo lasciato il mio paese per ribellione, e il mio paese mi ha richiamato indietro per combattere in prima fila e provare a cambiare le cose, e magari fare in modo che mai più nessun italiano debba lasciare la sua casa per cercare fortuna altrove. Ne sono più che onorata, è per me una gioia immensa e una responsabilità che mi prendo con umiltà e determinazione. Amo l’Italia, è tra i paesi più belli e ricchi del mondo sotto ogni punto di vista: culturale, paesaggistico, naturalistico, enogastronomico. Ha una storia gloriosa e unica al mondo. Quando dici che sei di Roma, non c’è nessuno, in nessun angolo della terra, che non sappia dove sia e cosa rappresenti. Ce ne dimentichiamo troppo spesso, o lo diamo per scontato. Invece credo sarebbe opportuno che ogni italiano provasse a guardare non solo Roma, ma la proprio città, il proprio borgo o la propria campagna con gli occhi di uno straniero: ne scoprirebbe la bellezza che non vedeva più per assuefazione, lo amerebbe di più, forse lo rispetterebbe e ne pretenderebbe maggior rispetto da altri. E’ un allenamento che faccio costantemente, e che mi fa sentire orgogliosa e fortunata di essere nata in questo paese.
Che tipo di attenzione potrà riservare dagli scranni del Senato per il territorio di Fiumicino?
Ecco, proviamo a fare questo esperimento su Fiumicino. Cosa si vede attraverso gli occhi di uno straniero? Un territorio potenzialmente florido e bellissimo, immolato sull’altare degli interessi di pochi potenti, interessi che poco o nulla hanno a che fare con il benessere dei cittadini e con quello del territorio. Su Fiumicino insistono interessi enormi di portata nazionale e addirittura internazionale. Credo di poter dire che certamente sarà obiettivo della nostra attenzione, una attenzione condivisa con la popolazione, la quale troppe volte si è vista prendere delle decisioni, da parte della politica, che le sono letteralmente passate sopra la testa. C’è moltissimo da fare a Fiumicino, che, ci tengo a ribadirlo, amo non solo perché lì ho la mia casa ed è lì che ho iniziato il mio percorso nel MoVimento. Mio padre amava questi luoghi, veniva spesso a passeggiare lungo il porto dei pescatori, o a guardare il mare da uno dei suoi chioschi. E’ un legame affettivo forte che porto con me nel cuore e nelle istituzioni di cui ho l’onore di far parte.
Cosa vorrebbe cambiare subito?
La direzione del comune, se mi consente la battuta! Con un sindaco a cinque Stelle, le decisioni avverrebbero in maniera condivisa, e non di prepotenza o nelle segrete stanze.
Come vede le prossime elezioni amministrative a Fiumicino, i 5 Stelle potrebbero farcela per la prima volta ad eleggere il sindaco? Sarà in campagna elettorale a fianco della Velli?
Certo che sarò al fianco della Velli e di tutto il gruppo M5S di Fiumicino in questa campagna elettorale, e non ci sarò solo io, ma anche Giulia Lupo ed Emilio Carelli, eletti in questo collegio, e con loro tanti altri colleghi di Camera e Senato, come è sempre stato. Perché, come ho già detto, il M5S è una famiglia, il successo di uno è il successo di tutti, la direzione in cui remiamo è la stessa sempre, e tutti insieme possiamo restituire anche questo prezioso comune ai suoi cittadini. E’ da troppo tempo che lo aspettano: questo maggio finalmente le attese possono trovare la loro realizzazione. Noi siamo al fianco di Fabiola Velli.
Fabrizio Monaco