Da sempre – o almeno dall’inizio della mia presidenza all’IIS Leonardo da Vinci di Maccarese, 13 anni fa – quello della carenza di aule ha rappresentato un grave problema che ha colpito nel tempo le diverse sedi della nostra scuola. Così, al principio, prima della costruzione del nuovo plesso, ad essere coinvolta fu la sede centrale di via di Maccarese, tanto che negli anni dal 2004 al 2007 numerose classi degli indirizzi Scientifico e Linguistico furono ospitate nella sede di Viale Maria e in alcuni containers messi a disposizione dal Comune, mentre dallo scorso anno ad affrontare la crisi di spazi scolastici sono le classi dell’ITA (Istituto Tecnico per l’Agrario e Agroindustria). Questa “apnea” di locali ha varie cause che vorrei provare a condividere qui come motivo di riflessione per cercare di costruire soluzioni per il territorio. La popolazione del nostro Comune è cresciuta negli ultimi 10-12 anni in modo veramente notevole raggiungendo la soglia degli 80mila abitanti; si tratta per lo più di giovani nuclei familiari e questo determina una richiesta di accesso alle opportunità di istruzione di tanti ragazzi che, per quanto riguarda le superiori, possono contare su 2 istituti che per la loro offerta diversificata riescono a garantire molti indirizzi di studio ma che, almeno nel nostro caso, non hanno tutte le aule necessarie a fronteggiare le necessità del territorio. Nel caso specifico dell’ITA, inoltre, occorre ricordare che esso è l’unico di questa tipologia da Tarquinia fino a Roma e che, quindi, accoglie studenti che provengono anche da località molto lontane. A conferma di questa analisi basti pensare che il nostro Istituto che nel 2005 aveva 23 classi, oggi ne conta 52 e che l’ITA che a quel tempo ne aveva 2 oggi ne conta 12. La situazione che ci troviamo a fronteggiare non è nata oggi: l’incrocio dei dati delle proiezioni di popolazione scolastica e degli spazi disponibili mi ha spinto già dal 2014 a sollecitare gli interlocutori istituzionali a ricercare delle soluzioni logistiche per l’ITA che con tutta evidenza era avviato a un crescente aumento delle classi ma mi sono sempre scontrata con la carenza – o forse sarebbe meglio dire – l’assenza di risorse economiche da parte della Città metropolitana. Tengo a precisare di aver sempre incontrato presso questo Ente funzionari e tecnici molto professionali, disponibili al dialogo, attenti alle esigenze della scuola e, per quanto a loro possibile, operativi per interventi di piccole ristrutturazioni e riparazioni (insomma tutto ciò che è possibile garantire con l’esiguo budget a disposizione) ma purtroppo impotenti di fronte a un fatto: fondi per ampliamenti della scuola, costruzione di nuove aule, affitto di locali non ce ne sono, neanche a parlarne… Nel 2015, verificata questa difficoltà, mi sono rivolta al Comune e devo riconoscere che, pur non essendo una loro competenza specifica (le scuole superiori sono, infatti, prerogativa della Città metropolitana), ho trovato da parte del Sindaco e degli Assessori competenti, in particolare di Ezio Di Genesio Pagliuca, sincero interesse verso un problema che coinvolgeva tanti ragazzi del territorio e disponibilità concreta ad individuare possibili soluzioni da sottoporre all’Ente preposto. In questi 3 anni molti sono stati gli incontri in Città metropolitana, copiosa la corrispondenza con i funzionari, numerosi i sopralluoghi effettuati sugli edifici che venivano di volta in volta individuati, varie le ricognizioni catastali ma purtroppo senza esito: i possibili locali che sottoponevamo al vaglio dei funzionari competenti se erano idonei o erano da affittare o necessitavano di ristrutturazione per adeguamento all’uso scolastico e per entrambe queste esigenze non c’erano i fondi (di tutti questi incontri e contatti vi è traccia documentale agli atti della scuola che può essere esibita a richiesta degli interessati). Solo nello scorso mese di maggio la situazione si è sbloccata, grazie ancora una volta alla disponibilità del Comune che si è impegnato a concedere come aule per l’ITA l’uso di 5 locali di un immobile che acquisirà dalla Maccarese SPA a via Molini, in prossimità della stazione ferroviaria, accanto alla sede di Bioversity International, e a richiedere sempre alla Maccarese la necessaria ristrutturazione a fini scolastici in conformità alle richieste della Città metropolitana. Solo a queste condizioni (concessione e ristrutturazione gratuite di locali) la Città metropolitana ha finalmente accettato la soluzione proposta che rappresenterà per noi una buona sistemazione (edificio ristrutturato, vicino alla stazione, a pochissima distanza dalla sede centrale con possibilità dunque di usare i suoi laboratori e palestra). L’immobile doveva inizialmente essere disponibile a settembre e per questa ragione, a fronte del crescente numero di iscrizioni (tra queste molte quelle di ragazzi diversamente abili), sono state formate 3 classi prime dell’ITA ma poi, per motivi organizzativi, la consegna è slittata di qualche mese. Ai primi di settembre ci siamo, dunque, trovati a dover fronteggiare il primo periodo dell’assenza delle aule su cui pensavamo di poter contare e la Città metropolitana ha chiesto per noi ospitalità all’IIS Baffi che aveva temporaneamente alcuni spazi didattici disponibili. In attesa della risposta positiva del Baffi, per 13 giorni di scuola (dal 14/09 al 9/10/2017 e dunque non per 30 giorni…) , purtroppo siamo dovuti ricorrere a doppi turni di 3 ore che hanno coinvolto 4 classi della sez. A e B (non solo le classi della B…) e che hanno avuto ripercussioni per fortuna molto limitate dal momento che nei primi 10 giorni di lezione abbiamo adottato per tutte le classi un orario ridotto di 4 o 5 ore. Nel frattempo, il più velocemente possibile, procedevamo a ristrutturare – a nostre spese- in sede centrale un locale che in precedenza ospitava il laboratorio di fisica per renderlo un’aula a tutti gli effetti. Appena questa è stata disponibile ho provveduto a trasferire gli studenti di 2 classi nella sede centrale: 1 classe nell’aula ristrutturata e 1 nel laboratorio di informatica in modo da interrompere i doppi turni (nessun locale di ripiego…). In contemporanea è arrivata la disponibilità del Baffi ad ospitare le nostre classi nella sede di via G. Giorgis in cui abbiamo ipotizzato la frequenza delle classi del triennio a mesi alterni fino alla consegna dei locali di via Molini. Per cercare di ridurre al minimo i disagi ho anche richiesto l’istituzione di un servizio navetta specifico per la nostra scuola per il percorso Stazione FS Maccarese – via Giorgis. Il presidente del Consiglio d’Istituto, che in questi anni ha sempre seguito da vicino e con estrema attenzione questa vicenda (oggetto anche di un servizio televisivo a “Buongiorno regione” di RAI 3 proprio perché esemplificativa di numerose analoghe situazioni nel Lazio) su mia richiesta ha convocato per il 20 ottobre una riunione straordinaria dell’organo collegiale rappresentativo di tutte le componenti della scuola proprio per esaminare le diverse soluzioni possibili e scegliere tutti insieme quella migliore nel superiore interesse dei ragazzi.
Questa – finora – la storia al netto degli errori, delle interpretazioni, dei fraintendimenti che ho avuto modo di leggere in questi giorni e che rischiano solo di creare confusione. In questo scenario si inscrive la protesta dei genitori ai quali in varie occasioni – istituzionali e non – ho rappresentato tutte le fasi di questa vicenda e che non possono dubitare dell’impegno – mio personale, del Consiglio d’Istituto e dei tanti docenti che si prodigano per la vita della scuola – a trovare una strada percorribile per risolvere il problema. Sono stata sempre qui – e lo sarò sempre – per dialogare con le famiglie ma vorrei che individuassimo insieme, con la pacatezza e la lungimiranza che deve contraddistinguere il comportamento degli adulti che rivestono una funzione educativa, quelle soluzioni concrete e realistiche che possono nascere solo dalla collaborazione e dalla fiducia reciproca.
Antonella Maucioni, Dirigente IIS Leonardo da Vinci