Ieri, domenica 22 luglio. Mentre in bicicletta andiamo verso il mare in via Giulianova, subito dopo aver superato viale Viareggio, vediamo un uomo entrare nella macchia mediterranea. Anziano, italiano, a dorso nudo, tiene in mano dei sacchetti di rifiuti. Entra nella macchia più fitta e comincia a lanciarli tra i ginepri e le ginestre. Non credo ai miei occhi, lo fa come se niente fosse, incurante pure delle persone che passano e lo vedono. Deve abitare lì vicino e deve farlo spesso quel lavoro visto che in quel tratto di vegetazione si intravedono altri sacchetti. Si è creato la sua discarica personale. La rabbia monta forte, mi fermo e gli urlo di raccogliere tutto, lo minaccio di denunciarlo. Per fortuna torna sui suoi passi, raccoglie i sacchetti e se li porta via.
So benissimo che potrebbe rifarlo più tardi, nello stesso punto o altrove. La rabbia non diminuisce, ma che gente c’è in giro? Ominidi che all’interno delle loro ville tengono tutto perfettamente in ordine e poi a pochi passi da casa gettano i rifiuti nel bosco?
Lettera firmata