Quello orientale corre irregolarmente lungo gli abitati di Trigoria e Montemigliore e il suo confine meridionale coincide con il territorio del Comune di Pomezia. La Macchia della Capocotta, compresa nei limiti del Parco, si trova sul lato ovest della Via Pontina, tra Castel Romano e Pomezia, così come l’area compresa nella Valle del Risaro, il cui confine meridionale corre lungo la tenuta di Castel Porziano e quello occidentale è limitato dalla via Cristoforo Colombo.La zona presenta tracce di insediamenti paleolitici, in particolare scavi archeologici hanno portato alla luce insediamenti dell’Età del Bronzo in località Castel di Decima.Durante l’epoca romana, l’area era completamente colonizzata da numerose ville romane; le tracce di aratro sul terreno tufaceo, rivelano un’intensa attività agricola in un periodo che arriva al IV secolo d.C.Nel Medioevo, il decremento demografico dell’Urbe e il conseguente calo della necessità di approvvigionamenti alimentari, portò all’abbandono dell’area, per di più malarica, a causa della presenza di numerosi corsi d’acqua. L’abbandono dell’area portò, nei secoli alla formazione di una ricca foresta planiziaria tipicamente mediterranea che si estendeva sino al mare, intervallata da vegetazione mesofila ed igrofila. La vegetazione, che varia in base alla disponibilità d’acqua, all’esposizione al sole e al grado di sfruttamento antropico, si può inquadrare in tre paesaggi fondamentali: i boschi, la steppa antropica e le zone umide. I boschi, estremamente variabili in termini di composizione, costeggiano il sentiero e si estendono lungo i fianchi delle colline non adatte allo sfruttamento agricolo.Dove il bosco è stato distrutto per l’intervento antropico, pascoli e colture, prende vita un paesaggio rappresentato da arbusti di vario tipo. Lungo il percorso l’attenzione del visitatore è catturata dalle bellezze della vegetazione: la rugosità della corteccia di sughero, il colore vivo dei fiori di ginestra, i frutti sferici e bluastri del pruno sono solo alcuni esempi.A livello faunistico, data la relativa inaccessibilità della zona e lo scarso interesse turistico che i romani le hanno dedicato in passato, si possono osservare una buona quantità di animali tra i rettili si trovano: ramarro, lucertola muraiola, biacco, biscia dal collare e vipera comune. Anche tra i mammiferi si possono osservare: riccio, toporagno, talpa, nottola, istrice, volpe comune, tasso etc. La Riserva è anche ricca di uccelli quali: aironi, cormorani, garzette, nibbio bruno, falco di palude, gheppio e anche rapaci notturni. Si tratta di un posto che fa rimanere estasiati per la bellezza e la ricchezza di specie vegetali e faunistiche e tutto ciò ad appena pochi passi dalla capitale! L’associazione “Natura 2000” organizza la mattina del sabato 12 aprile una visita guidata nella Riserva Naturale di Decima Malafede, prenotazioni entro giovedì 10 aprile. Martedì e giovedì 15.30-17.30, tel. 06.61.99.40.729, cell. 339.65.95.890.Marco Ronco