Gian Maria Volontè, Francesco Rosi, Florinda Bolkan, Marcello Mastroianni, Nanny Loy, Gillo Pontecorvo, Sergio Corbucci, Ettore Scola. Tutti impazzivano per la peperonata con patate, melanzane e uova all’occhio di bue preparata la sera da Salvatore Maduli. Quanto tempo è passato da quando quel giovane calabrese di Taurianova in provincia di Catanzaro arrivò nel 1956 a Fregene. Dove aprì la sua fiaschetteria al Villaggio dei Pescatori. “Il lavoro era poco, però al sabato e alla domenica arrivavano i turisti – raccontava Salvatore in un’intervista che gli facemmo qualche anno fa – Preparavo panini e qualche sugo semplice per gli spaghetti. E con un bidone, che avevo preparato allo scopo, cucinavo il pesce alla griglia all’aperto”. Con il passare degli anni La Scialuppa di Salvatore si è affermato come uno dei ristoranti più rinomati del litorale romano. In cucina all’inizio c’era la moglie di Salvatore, Jolanda, anch’essa una lavoratrice instancabile. Poi pian piano sono subentrati i figli, Pino con la moglie Anna e Concetta, con loro il ristorante consolidò la sua fama, anche grazie a degli allestimenti unici sulla spiaggia che sono stati imitati da molti: falò, amache, tende spagnole, gazebi, la sera la Scialuppa era in grado di trasformarsi in una spiaggia Polinesiana per feste meravigliose.
Oggi la gestione è avviata verso la terza generazione, in cucina ai fornelli c’è Fabio Di Vilio, il marito di Federica Maduli, che ha progressivamente modificato il menù introducendo, a fianco dei piatti tradizionali, molte innovazioni gradite al pubblico. “La nostra filosofia di partenza è quella del chilometro zero – spiega Fabio – un concetto che vale non solo per il pescato ma anche per i prodotti dell’orto. Le nostre verdure arrivano esclusivamente da Green Sky, una società di Maccarese”.
Oltre ai piatti della tradizione basta vedere il menù per accorgersi del nuovo corso, anche un semplice sauté di cozze, semplice non è perché viene fatto solo con la cozza nera tarantina, il top della gamma. Tra gli antipasti, accanto all’intramontabile bruschetta con le vongole, ecco il polipo moscardino alla Luciana con pomodoro, capperi, peperoncino e pezzetti di pane bruscati al timo. Tra gli sfizi da provare il cartoccio di occhi di canna, seppioline piccole ma dal profumo e dal gusto unico, così come il cartoccio di gamberina bianca, un’altra delizia per il palato.
Spettacolare anche il polpo con crema di zucchina gialla, ricotta di bufala e patatine croccanti, o la seppia con polpa di datterino rosso, friggitelli, carote multicolore e riduzione di agrumi. Un altro tra gli antipasti più apprezzati del momento è l’involtino di pesce spatola ripieno di Philadelphia, con panatura di Panko (pangrattato essiccato giapponese), granella di pistacchi, riduzione di tosazu (aceto giapponese affumicato invecchiato) e pere.
Pesce freschissimo che arriva direttamente dai pescherecci di Fiumicino di Pesca Pronta o da Michelino Fish, tutti controllati personalmente da Fabio.
Anche sui primi piatti la qualità è massima, in cucina c’è la macchina che produce la pasta, tutta fatta in casa con tanto di trafilatura in bronzo per avere la massima freschezza di tutti gli ingredienti nel piatto. I sughi sono solo espressi e fatti in base al pescato del giorno, così come i secondi, tra i quali consigliamo il tonno rosso alla cacciatora e il filetto di pesce in guazzetto con pane profumato.
Anche per i dolci vale la regola della terza generazione: “tradizione e innovazione”. Così accanto alle crostate, che hanno fatto una parte della fortuna del locale, preparate esclusivamente con le marmellate dell’orto di Pino e di Green Sky di Maccarese, ci sono delle nuove prelibatezze come il tiramisù al tè verde, le cheesecake e il croccante al caramello e al cioccolato.
E a giudicare dal gradimento del pubblico, il nuovo corso della Scialuppa di Salvatore sembra avviato verso un altro lungo e luminoso futuro.