Se il mio ricordo è fedele, Fabrizio mi ha detto: “È diffuso il malcontento per i problemi irrisolti e per le difficoltà che pesano sul vivere quotidiano; che i problemi siano grandi o limitati, che riguardino la comunità o il singolo, tutti vengono ricondotti a manchevolezza o colpe di altri, in primis della Politica e della Pubblica Amministrazione”. Dice ancora Fabrizio: “Vero che vi siano problemi irrisolti, ma è certamente vero che alla sfiducia per l’efficienza e l’efficacia degli altri corrisponda la latitanza di una spinta civile fatta di disponibilità a partecipare con vigore alla difesa e promozione dei valori dei quali la nostra comunità consiste”.
Condivido molto di quanto sopra, almeno riferendomi alla realtà prossima, a Fregene.
Mi sembra vero che prevalga un atteggiamento di sfiducia verso la capacità politica e amministrativa di chi è chiamato a governare la cosa pubblica. Si tende magari a sottovalutare quanto di buono vi sia nel passato e a temere che l’avvenire riservi tempi peggiori.
Per il futuro, la necessità di consapevolezza dei valori e di una vigorosa spinta civile è tanto maggiore quanto più difficile è la soluzione dei problemi che ci confrontano.
Ricordiamo i valori capitali che ‘ci costituiscono’: una enorme spiaggia di sabbia fine e bianca; un mare con profondità graduale, ideale per la balneazione e ricco di mitili pregiati; una pineta di pini di alto fusto notevole per valore storico ed estensione; molti esempi di edilizia architettonicamente pregevole; attività culturali di pregio, sia alla biblioteca Pallotta, sia alla Casa del Popolo; Istituti scolastici da Primari a Superiori, alcuni dei quali di ottimo livello, scuole di musica; e tanti altri ‘valori’, quali ottimi ristoranti, installazioni sportive, centri commerciali; non ultima, la vicinanza di Roma cui siamo collegati anche con trasporti pubblici.
Per molti dei valori elencati vi sono problemi di non facile soluzione, non tanto e non solo per il costo, quanto per la necessità di individuare e dar corso tempestivo a soluzioni adeguate. Ciò che richiede appunto consapevolezza, conoscenza, partecipazione. Su uno di essi mi dilungo nel seguito, se non altro per contribuire a consapevolezza e partecipazione: la Spiaggia.
La Spiaggia; è minacciata da due fattori distruttivi: l’erosione marina e l’edilizia; per ambedue, vale qualche approfondimento. Tutta la sabbia che costituisce il nostro territorio – dai primi rilievi al mare – risale a quanto accaduto alla fine dell’ultima grande glaciazione, circa seimila anni fa, quando le acque dell’Oceano Atlantico ritornate ai livelli pre-glaciazione irruppero da Gibilterra nel Mediterraneo sceso a sua volta di circa 100 m. I ghiacci disciolti lasciarono la terra desertificata ed esposta a facile erosione; i fiumi a loro volta scesi (il Tevere 50 m più in basso a Roma-Garbatella, alla foce 100 m più in basso di oggi) e nuovamente ricchi di acque e di forte potenza erosiva, colmarono le sponde mediterranee, finché il naturale rinverdire dei bacini fluviali non rallentò il processo erosione-colmamento, che comunque proseguì in epoca storica con vicende alterne. Un paio di millenni fa Ostia Antica era in riva, come i resti del porto di Traiano testimoniano.
Attualmente le condizioni geo-drologiche sono generalmente caratterizzate da una forte riduzione del trasporto di sedimenti sabbiosi a mare: per il bacino del Tevere, a ciò valgono la costruzione di dighe di ritenuta e l’abbandono di tante coltivazioni in terreni collinari e montuosi, che rendevano i terreni facilmente erodibili.
Il ‘Biondo Tevere’ non c’è più. A Roma il Tevere è verdastro. La sabbia dal Tevere non arriva più, la nostra costa sta arretrando, l’erosione marina avanza; è necessario e urgente apprestare opere difensive.
È necessario e urgente che amministratori e politici – ambientalisti compresi – si convincano che interventi ‘facili’, ‘spiccioli’, di facile finanziamento (ripascimenti, ‘geotubi’ invisibili, piccole scogliere buone solo a costituire piccoli bacini di acque marine poco salubri), sono soldi buttati a mare. Ininfluenti e mal distraenti sono da considerare le polemiche contro questa o quella opera in progetto sulla costa; ciò che manca è l’arrivo di sabbia dai fiumi.
Come si è già fatto in altre spiagge tirreniche si deve costruire ‘a largo’ una vera, consistente scogliera, valida a contrastare l’erosione e anche – perché no – la distruzione del fondale marino da parte dei pescherecci con draga aspirante che operano fino a vicino alla riva distruggendo la prateria di Poseidonia, valida protezione della sabbia di fondo.
Quanto all’edilizia, purtroppo spesso abusiva e – a non lungo termine – condonata di diritto o di fatto, non si è tenuto in conto che la ‘spiaggia’ si estenderebbe molto dietro l’attuale lungo-mare se non si fosse costruito a distanze improvvide dal mare. Di ciò si dovrà tener conto nel disegnare il lungomare nelle zone che si sistemeranno in futuro.
Sono certo possibili interventi locali di protezione di opere che valga la pena di conservare, ma, insisto e ripeto, è urgente e indispensabile una importante scogliera di difesa, a largo, a mare.
Ingegner Leonardo Rotundi